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Par�s, 1 4 janv�er I6I8 . L'archeveque de Rouen � Bellarmin. 4465
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Illustrissimo, e Reverendissimo Signore.<lb/>
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Mentre vò leggendo, e rileggendo la lettera che si è compiaciuta SS. S.Illustrissima di scrivermi, mentre che io la miro, et ammiro, non mi avveggo, che l'anno si raggira, e non le rescrivo come devo, con mille, e mille ringratiamenti. Mi è parsa non lettera, ma oracolo, e mentre che Io mi vò sforzando di far prova di quanto lei si è degnata accennarmi con tanta gravità, e modestia, molto maggiore si è acceso si fattamente il desiderio, o più
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presto fiamma nel mio petto di far quel tanto, che mi scrive che, ad ogni modo bisogna che lei, che ha acceso il fuoco, ò lo spenga, ò che lo nudrisca, <hi rend="underline">dedisti irriguum inferius, da et superius</hi>. La supplica dunque che Io le voglio fare tanto a nome mio, che di tutti li Prelati di Santa Chiesa è che si degni far un libro, in cui metta il suo parere, e formi un perfetto Arcivescovo, secondoche si può, e si deve in [[Semantic content::Temporalitas|questi tempi]] voglio dire, quel, che farebbe Santo Ambrogio, S. Agostino, S. Audeno, et altri, se fussero in questta miserabilissima età, nella quale si sà pur troppo quel, che si dovrà fare, mà non si sà come si debba fare in modo che riesca. Molti
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ci danno delle idee de Vescovi, come Platone delle Chimere di Città nell'aria, altri ci fanno de'Vescovi Romiti, ò Monachi buoni per piangere, e inutili per governare i Popoli, come se il Vescovo fosse fatto per se,e per i suoi gusti, e non per il suo gregge, e per approfittargli. Altri hanno creso di far gran cose infilzando varii luoghi de'S.S.P.P., e con quella mosaica hanno voluto formare un Vescovo, mà molte cose erano buone, e sante altre volte, che oggidì, massime in questi Paesi, ove l'eresie fascinano, et impervertiscono l'anime, riuscirebbero ridicole, ò almeno di nessun valore; ma V.S. Illustrissima che sà ogni cosa,che conosce la malvagità di questo secolo di ferro, che è stata Arcivescovo tre anni, conoscendo per prattica quel che bisogna fare, che colla santa prudenza sua, e zelo accompagnato con tanta, e così segnalata scienza
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^Sconoscendo per prattica quel che bisogna fare, che colla santa
 
 
 
prudenza sua,e zelo accompagnato con tanta,e cos� segnalata scien-
 
 
 
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Illustrissimo, e Reverendissimo Signore.
Mentre vò leggendo, e rileggendo la lettera che si è compiaciuta SS. S.Illustrissima di scrivermi, mentre che io la miro, et ammiro, non mi avveggo, che l'anno si raggira, e non le rescrivo come devo, con mille, e mille ringratiamenti. Mi è parsa non lettera, ma oracolo, e mentre che Io mi vò sforzando di far prova di quanto lei si è degnata accennarmi con tanta gravità, e modestia, molto maggiore si è acceso si fattamente il desiderio, o più presto fiamma nel mio petto di far quel tanto, che mi scrive che, ad ogni modo bisogna che lei, che ha acceso il fuoco, ò lo spenga, ò che lo nudrisca, dedisti irriguum inferius, da et superius. La supplica dunque che Io le voglio fare tanto a nome mio, che di tutti li Prelati di Santa Chiesa è che si degni far un libro, in cui metta il suo parere, e formi un perfetto Arcivescovo, secondoche si può, e si deve in questi tempi voglio dire, quel, che farebbe Santo Ambrogio, S. Agostino, S. Audeno, et altri, se fussero in questta miserabilissima età, nella quale si sà pur troppo quel, che si dovrà fare, mà non si sà come si debba fare in modo che riesca. Molti ci danno delle idee de Vescovi, come Platone delle Chimere di Città nell'aria, altri ci fanno de'Vescovi Romiti, ò Monachi buoni per piangere, e inutili per governare i Popoli, come se il Vescovo fosse fatto per se,e per i suoi gusti, e non per il suo gregge, e per approfittargli. Altri hanno creso di far gran cose infilzando varii luoghi de'S.S.P.P., e con quella mosaica hanno voluto formare un Vescovo, mà molte cose erano buone, e sante altre volte, che oggidì, massime in questi Paesi, ove l'eresie fascinano, et impervertiscono l'anime, riuscirebbero ridicole, ò almeno di nessun valore; ma V.S. Illustrissima che sà ogni cosa,che conosce la malvagità di questo secolo di ferro, che è stata Arcivescovo tre anni, conoscendo per prattica quel che bisogna fare, che colla santa prudenza sua, e zelo accompagnato con tanta, e così segnalata scienza
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