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Capua,2 6 novembre 1616. Jacovo Ant.M�cillo � Bellarmin. ------------------------- .Minute de la r�ponse. -------------- ----
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Ill.mo e Rev.mo Sig.re e padrone mio col.mo <lb/>
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La gran necessità è miseria nella quale mi ritrovo mi spinge da dentro le carceri, nelle quali già quattro mesi sono, à farla anche lei partecipe de miei travagli. Il Sig.r Angelo suo nepote bona memoria da che fu in santo Prisco mi doveva docati trentasette di questi di regno, de quali ne doveva dodeci à mio figlio già morto, è dieci à me, quali don Sebastiano de Civita che gli l'improntai, è quindici altri sono per tante robbe de spetiareria pigliate da lui è sua famiglia, come è anco noto à detto don Sabastiano et al Sig.r Federico suo nepote. Gli hò più volte dimandato à Don Sabastiano è mai ho possuto riscoterli, essendo Sua Signoria stata absente è poi, quando è stata in queste parti, inferma. Hor ricorro da V.S. Ill.ma accio si degni favorirmi à riscoterli, che li ricevo come dono è carità da lei, alla quale bacio le mani.<lb/>
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De V.S.Ill/ma Rev/ma Devotissimo Servitore Jacovo Antonio Micillo.
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Jacovo Antonio Micillo.
 
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.^nipote; perche non ho niente del suo, et esso era me debitore di
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Si risponda che io non sono obligato à pagare i debiti di mio nipote; perche non ho niente del suo, et esso era à me debitore di molto. Però si aiuti con il Signor cavaliere Piccolomini, che ha cura di vender lo spoglio et pagare i creditori,in quanto sarà possibile.  
 
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molto. Per� si aiuti con il Signor cavaliere Piccolomini,che ha cu
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Al Ill.mo è R.mo Sig.r et P ron col.mo il Cardinal Bellarmino.<lb/>
 
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Roma.
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bile. (adresse):
 
 
 
Al Ill/mo b R/mo Sig/r et P ron col/mo il Cardinal Bel-
 
  
larmino.
 
  
Roma.
 
  
Arch.Vatic.Gesuiti 17 fo.194-195
 
  
Lettre orig.; minute autogr.
 
  
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[[Category:EBC_Letters]]
 
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Ill.mo e Rev.mo Sig.re e padrone mio col.mo
La gran necessità è miseria nella quale mi ritrovo mi spinge da dentro le carceri, nelle quali già quattro mesi sono, à farla anche lei partecipe de miei travagli. Il Sig.r Angelo suo nepote bona memoria da che fu in santo Prisco mi doveva docati trentasette di questi di regno, de quali ne doveva dodeci à mio figlio già morto, è dieci à me, quali sà don Sebastiano de Civita che gli l'improntai, è quindici altri sono per tante robbe de spetiareria pigliate da lui è sua famiglia, come è anco noto à detto don Sabastiano et al Sig.r Federico suo nepote. Gli hò più volte dimandato à Don Sabastiano è mai ho possuto riscoterli, essendo Sua Signoria stata absente è poi, quando è stata in queste parti, inferma. Hor ricorro da V.S. Ill.ma accio si degni favorirmi à riscoterli, che li ricevo come dono è carità da lei, alla quale bacio le mani.
Da Capua li 26 i novembre 1616.
De V.S. Ill.ma è Rev.ma
Devotissimo Servitore
Jacovo Antonio Micillo.
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Si risponda che io non sono obligato à pagare i debiti di mio nipote; perche non ho niente del suo, et esso era à me debitore di molto. Però si aiuti con il Signor cavaliere Piccolomini, che ha cura di vender lo spoglio et pagare i creditori,in quanto sarà possibile.
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Al Ill.mo è R.mo Sig.r et P ron col.mo il Cardinal Bellarmino.
Roma.