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Molto ill.re Sig.or Cugino, La morte del Vescovo di Tiano à me non ha dato fastidio nessuno, perche di questi accidenti il mondo n'è pieno. La malattia sua è stata longhissima, et penosissima; et si crede, che sia nata da veleno datogli in una vivanda, procurato da una persona sceleratissima, che temeva di esser castigata. Il Sig.or Marcello sta bene, et attende a studiare con diligenza. Finisco con pregare alla persona sua, et è tutta la casa ogni prosperità. Di Roma li 26. di Novembre 1616.<lb/>
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Molto ill.re Sig.or Cugino, La morte del [[Name::Angelo della Ciaia|Vescovo di Tiano]] à me non ha dato fastidio nessuno, perche di questi accidenti il mondo n'è pieno. La [[Semantic content::Infirmitas|malattia]] sua è stata longhissima, et penosissima; et si crede, che sia nata da veleno datogli in una vivanda, procurato da una persona sceleratissima, che temeva di esser castigata. Il Sig.or Marcello sta bene, et attende a studiare con diligenza. Finisco con pregare alla persona sua, et è tutta la casa ogni prosperità. Di Roma li 26. di Novembre 1616.<lb/>
 
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Desidero grandemente sapere il vero dello stato della sig.ra Camilla mia sorella; cio è, che robba habbia, cosi stabile, come mobile; per cognoscere se gli basta la provisiona, che io gli do. Io commisi questo à Ruberto, mio nipote, ma non l'ha saputo dire. Mio fratello è troppo vechio, li suoi figlioli sona troppo giovani, però non mi fido. Mi faccia grafia V.S. mandarci la Sig.ra Maria, è il Sig.or Francesco Maria, et per mezo loro farmi sapere la verità, perche io si come non voglio arrichire mia sorella, cosi non vorrei, che patisse.<lb/>
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Sig.or Antonio Cervini
 
Sig.or Antonio Cervini
 
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Molto ill.re Sig.or Cugino, La morte del Vescovo di Tiano à me non ha dato fastidio nessuno, perche di questi accidenti il mondo n'è pieno. La malattia sua è stata longhissima, et penosissima; et si crede, che sia nata da veleno datogli in una vivanda, procurato da una persona sceleratissima, che temeva di esser castigata. Il Sig.or Marcello sta bene, et attende a studiare con diligenza. Finisco con pregare alla persona sua, et è tutta la casa ogni prosperità. Di Roma li 26. di Novembre 1616.
Di V.S. m.to ill.re
Cugino aff.mo per servirla
il Card.le Bellarmino.
Desidero grandemente sapere il vero dello stato della sig.ra Camilla mia sorella; cio è, che robba habbia, cosi stabile, come mobile; per cognoscere se gli basta la provisione, che io gli do. Io commisi questo à Ruberto, mio nipote, ma non l'ha saputo dire. Mio fratello è troppo vechio, li suoi figlioli sona troppo giovani, però non mi fido. Mi faccia grafia V.S. mandarci la Sig.ra Maria, è il Sig.or Francesco Maria, et per mezo loro farmi sapere la verità, perche io si come non voglio arrichire mia sorella, cosi non vorrei, che patisse.
Sig.or Antonio Cervini
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Al molto ill.re sig.or Cugino, il Sig.or Antonio Cervini
Montepulciano