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Ill.<sup>mo</sup> et Rev.<sup>mo</sup> Signore e Padrone mio colendissimo.<br>
 
Ill.<sup>mo</sup> et Rev.<sup>mo</sup> Signore e Padrone mio colendissimo.<br>
Sono tanti li favori che m'ha fatto e le fatighe che s'è pigliata per me, mercè di sua molta bontà, ch'io son forzato à restarle per sempre obligatissimo, nè potendo altro con lei, pregherò Sua Div.<sup>a</sup> Maestà che la ricambi per me. Nel resto qua sentiamo caldi a eccesivi e tali ch'io penso per un'altra state di portarmi altrove, se troverò luogo piuù temperato.
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Sono tanti li favori che m'ha fatto e le fatighe che s'è pigliata per me, mercè di sua molta bontà, ch'io son forzato à restarle per sempre obligatissimo, nè potendo altro con lei, pregherò Sua Div.<sup>a</sup> Maestà che la ricambi per me. Nel resto qua sentiamo caldi a eccesivi e tali ch'io penso per un'altra state di portarmi altrove, se troverò luogo piuù temperato. Nè però credo io che à Roma habbiano freddo, se non quanto se ne prucurano con la neve come facciamo noi. S'aiutano anco questi Signori con certe conserve che fanno di zuccaro con rose, e con certe altre paste di succaro pur con rose. Però, havendole eglino in stima, ho resoluto farne parte à V. S. Ill.<sup>ma</sup> come di frutto di questi paesi. Forse à Napoli haverebbono fabricato cose megliori; ma non haverebbe eella gustato di ciò che si fà à Salerno, dove sò io mi sono bene fidato sopra la diligenza di mio signor medico, quale s'ha pigliato peso di farmi sinceramente servire. Sono chiusi in una scatola nove barattoli di conserva di zuccaro con rose e dodici pistre, cosù le chiamano: sei, le più alte, sono con rose, che qua l'usano nel caldo del giorno con acqua fresca; l'altre sei più sottili sono composte con alcuni ingredienti medicinali, giovevoli assai, come dicono, per le distillationi et catarri, che qua chiamano discensi.

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Ill.mo et Rev.mo Signore e Padrone mio colendissimo.
Sono tanti li favori che m'ha fatto e le fatighe che s'è pigliata per me, mercè di sua molta bontà, ch'io son forzato à restarle per sempre obligatissimo, nè potendo altro con lei, pregherò Sua Div.a Maestà che la ricambi per me. Nel resto qua sentiamo caldi a eccesivi e tali ch'io penso per un'altra state di portarmi altrove, se troverò luogo piuù temperato. Nè però credo io che à Roma habbiano freddo, se non quanto se ne prucurano con la neve come facciamo noi. S'aiutano anco questi Signori con certe conserve che fanno di zuccaro con rose, e con certe altre paste di succaro pur con rose. Però, havendole eglino in stima, ho resoluto farne parte à V. S. Ill.ma come di frutto di questi paesi. Forse à Napoli haverebbono fabricato cose megliori; ma non haverebbe eella gustato di ciò che si fà à Salerno, dove sò io mi sono bene fidato sopra la diligenza di mio signor medico, quale s'ha pigliato peso di farmi sinceramente servire. Sono chiusi in una scatola nove barattoli di conserva di zuccaro con rose e dodici pistre, cosù le chiamano: sei, le più alte, sono con rose, che qua l'usano nel caldo del giorno con acqua fresca; l'altre sei più sottili sono composte con alcuni ingredienti medicinali, giovevoli assai, come dicono, per le distillationi et catarri, che qua chiamano discensi.