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Ser.mo Sig.r mio oss.mo<lb/>V. A. Ser.ma che conosce la devotione, et osservanza mia verso di lei, et di cotesta ser.ma casa, giudichera quanto grave mi si sia
Rome,24 mai 1614. Bellarmin au grand duo de Toscane.
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stato l'intendere che ella sia restata priva del S.r Don Francesco Suo fr.ello,et s.or mio, che sia in gloria. Me ne son' però condoluto con me stesso, et me ne condolgo con V. A. S.ma con la quale compatisco grandemente di tanta perdita, ancorche confidi nel valor' suo, che non se stessa, havrà modo facile da consolarsi. Et pregando a V. A. Ser.ma da Dio N. S. altre tanta piu longa, et felice vita, gli faccio humiliss.a riverenza, et me gli racc.do in gratia. Di Roma il di 24 Maggio 1614.<lb/>
  
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Di V. A. Ser.ma<lb/>
 
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humiliss.o et devotiss.o servitore<lb/>
^ Se^/mo Sig/r mio oss/mo V.A.Ser/ma che conosce la devotione,et osservanza mia verso di
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il Card.le Bellarmino.
 
 
lei, et di cotesta ser/ma casa, giudicher� quanto grave mi si sia
 
 
 
stato l'intendere che ella sia restata priva del S/r Don Francesco
 
 
 
d^Suo fr'elio,et s/or mio, che sia in gloria. Me ne son'per� condolu
 
 
 
to con me stesso, et me ne condolgo con V.A.S/ma con la quale com
 
 
 
patisco grandemente di tanta perdita, ancorch� confidi nel valor'
 
 
 
suo, che non
 
 
 
se stessa, havr� modo facile da consolarsi. Et
 
 
 
pregando a V.A.Se^/ma da Dio N.S. altre tanta piu longa,et felice
 
 
 
/^vita, gli faccio humiliss/a riverenza, et me gli racq/do in gra
 
 
 
tin. Di Roma il di 24 Maggio 1614.
 
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Di V.A.Ser/ma
 
 
 
humiliss/o et devotiss/o servitore
 
 
 
il Card/le Bellarmino.
 
 
 
/^^Florence.Archiv.Medie, voi.3794.f.133.
 

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Ser.mo Sig.r mio oss.mo
V. A. Ser.ma che conosce la devotione, et osservanza mia verso di lei, et di cotesta ser.ma casa, giudichera quanto grave mi si sia stato l'intendere che ella sia restata priva del S.r Don Francesco Suo fr.ello,et s.or mio, che sia in gloria. Me ne son' però condoluto con me stesso, et me ne condolgo con V. A. S.ma con la quale compatisco grandemente di tanta perdita, ancorche confidi nel valor' suo, che non se stessa, havrà modo facile da consolarsi. Et pregando a V. A. Ser.ma da Dio N. S. altre tanta piu longa, et felice vita, gli faccio humiliss.a riverenza, et me gli racc.do in gratia. Di Roma il di 24 Maggio 1614.

Di V. A. Ser.ma
humiliss.o et devotiss.o servitore
il Card.le Bellarmino.