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Rome,5 avril 1614. Bellarmin � l'�v. de R�patransona.

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/ Molto Illustre, e R/mo Signor come fratello. Ho procurato aiutare l'Agente di V.S.R/ma con qualche consiglio, ma non si � potuto fare altro, che aspettare il giuditio de'Giudici deputati. Et se V.S.R/ma mi d� licenza, gli dir� quello, che io fajTfei in simili negotii, lasciandi � lei il giuditio se farei bene,� male. In oasi di giurisdizione nello stato ecclesiastico,non vorrei perdere la pace mia interiore, ne acquistarmi nimicitie; et per� scriverei � Roma le mie ragioni,et poi mi quietarei, ne mandarci fuora 3C0mmuniche,ne monitorii, ne farei altro rumore,perche poco importa al servitio di Dio se un delinquente sia punito da una Corte, � dall'altra; gi� che l'una e l'altra serve al medesimo Principe. Et tanto pi� farei come h� detto in questo tempo, quanto si s�, che al Principe supremo piace la quiete, et dispiacciono i rumori. Io speravo, che questo caso si potesse dichiarare caso del S/to Offi/^Tcio, poich� quell'huomo scolorato h� abusato il sacramento di Matri monio, havendo sotto coperta di Matrimonio essercitato tanto tempo si grande abominatione, ma non mi � riuscito. Raccomandiamo � Dio Giusto Giudice, che inspiri zelo di giustizia � suoi Ministri, et procuriamo di stare in gratin sua. Con il quale fine mi raccomando ^^alle sue Sante Orationi^ Di Roma li 5 d'Aprile 1614. Di V.S.Molt'Illustre,e R/ma Come fratello aff/mo Il Cardinal Bellarmino. (adresse) All'Illustre,et Rev/mo come fratello M/gor Vescovo di Ripatransona.

Archiv.Postul. VoluBm.Jur. fol.l65. Orig.autogr. dans Epistolae

V.C.Bellarmino.

Summar.addit. p.72. Fuligatti o.VIII p.55 n.2.