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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Il Sig.or Marcello nostro comincia<br>
 
Molto Ill.re Sig.or Cugino, Il Sig.or Marcello nostro comincia<br>
 
va à sentirsi debole, et in pericolo di ammalarsi, se questa estate<br>
 
va à sentirsi debole, et in pericolo di ammalarsi, se questa estate<br>
si fermava quà, però è parso bene ad esso,et à me, et all'Abbate<br>
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si fermava quà, però è parso bene ad esso, et à me, et all'Abbate<br>
 
mio nipote, che assicuri la sua sanità con passar li caldi a Monte<br>
 
mio nipote, che assicuri la sua sanità con passar li caldi a Monte<br>
 
pulciano, ò al Vivo, come piu piacerà à V.S. et tanto piu ci siamo<br>
 
pulciano, ò al Vivo, come piu piacerà à V.S. et tanto piu ci siamo<br>
risoluti, quanto che V.S. in una sua scritta al sig.or Marcello,<br>
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risoluti, quanto che V. S. in una sua scritta al sig.or Marcello,<br>
 
mostrava d'invitarlo à ritirarsi al fresco. Et si bene il sig.or<br>
 
mostrava d'invitarlo à ritirarsi al fresco. Et si bene il sig.or<br>
 
Alessandro è voluto restare, se bene io piu volte l'ho essortato ad<br>
 
Alessandro è voluto restare, se bene io piu volte l'ho essortato ad<br>
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giudicare in cosa nessuna alla causa di V. S. quanto alla lite, et<br>
 
giudicare in cosa nessuna alla causa di V. S. quanto alla lite, et<br>
 
di questo istesso gli potrà far fede l'istesso sig.or Marcello, al<br>
 
di questo istesso gli potrà far fede l'istesso sig.or Marcello, al<br>
quale ho scoperto in voce piu di quello,che è lecito scoprire in<br>
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quale ho scoperto in voce piu di quello, che è lecito scoprire in<br>
 
carta. Con questo prego da Dio à V. S. et à tutta la casa sua ogni<br>
 
carta. Con questo prego da Dio à V. S. et à tutta la casa sua ogni<br>
 
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contento.<br />
 
Di Roma li 17 di Giugno 1613. <br />
 
Di Roma li 17 di Giugno 1613. <br />
 
Di V. S. m.to Ill.re <br />
 
Di V. S. m.to Ill.re <br />
Cugino affmo per servirla <br />
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Cugino aff.mo per servirla <br />
 
Il Card. Bellarmino.<br />
 
Il Card. Bellarmino.<br />
 
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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Il Sig.or Marcello nostro comincia
va à sentirsi debole, et in pericolo di ammalarsi, se questa estate
si fermava quà, però è parso bene ad esso, et à me, et all'Abbate
mio nipote, che assicuri la sua sanità con passar li caldi a Monte
pulciano, ò al Vivo, come piu piacerà à V.S. et tanto piu ci siamo
risoluti, quanto che V. S. in una sua scritta al sig.or Marcello,
mostrava d'invitarlo à ritirarsi al fresco. Et si bene il sig.or
Alessandro è voluto restare, se bene io piu volte l'ho essortato ad
accompagnare il sig.or Marcello, et assicurare la sua sanità; non
dimeno V. S. non tema ne molto ne poco, che io habbia da scemare
l'affetto al sig.or Marcello, ne crescerlo al sig.or Alessandro. Ne
anco tema, che il partirsi l'uno, et restare l'altro, sia per pre
giudicare in cosa nessuna alla causa di V. S. quanto alla lite, et
di questo istesso gli potrà far fede l'istesso sig.or Marcello, al
quale ho scoperto in voce piu di quello, che è lecito scoprire in
carta. Con questo prego da Dio à V. S. et à tutta la casa sua ogni
contento.
Di Roma li 17 di Giugno 1613.
Di V. S. m.to Ill.re
Cugino aff.mo per servirla
Il Card. Bellarmino.