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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Il Sig.or Marcello nostro cominciava à sentirsi debole, et in pericolo di ammalarsi, se questa estate si fermava quà, però è parso bene ad esso,et à me, et all'Abbate mio nipote, che assicuri la sua sanità con passar li caldi a Montepulciano,ò al Vivo, come piu piacerà à V.S. et tanto piu ci siamo risoluti, quanto che V.S. in una sua scritta al sig.or Marcello, mostrava d'invitarlo à ritirarsi al fresco. Et si bene il sig.or Alessandro è voluto restare, se bene io piu volte l'ho essortato ad accompagnare il sig.or Marcello, et assicurare la sua sanità; nondimeno V.S. non tema ne molto ne poco, che io habbia da scemare l'affetto al sig.or Marcello, ne crescerlo al sig.or Alessandro. Ne anco tema, che il partirsi l'uno, et restare l'altro, sia per pregiudicare in cosa nessuna alla causa di V.S. quanto alla lite, et di questo istesso gli potrà far fede l'istesso sig.or Marcello, al quale ho scoperto in voce piu di quello,che è lecito scoprire in carta. Con questo prego da Dio à V.S. et à tutta la casa sua ogni contento.
Di Roma li 17 di Giugno 1613.
Di V.S. m.to Ill.re
Cugino affmo per servirla
Il Card. Bellarmino.
(Adr.) Al molto Ill.re Sig.or Cugino, il Sig.re Antonio Cervini.
Firenze.
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