Rome ,11 nml 1613. Bellarmin � Anto�ne Cervini.
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/ Molto ili.re Sig.or Cugino. Ho parlato con il Sig.or Ales sandro due volte, una da solo � solo, et l'altra in presenza del Sig.or Marcello, essortandolo � mostrar quella quitanza, ma non � stato possibile indurlo � confessare � negare di haverla. Del fare ^Tessaminare con giuramento, 5 servirsi di scommunica, me ne rimetto alla volunt� di V.S. Mi pare bene cosa di scandalo, che bisogni fra i parenti venire � tali termini. Il Sig.or Alessandro ha fatto sem pre, et bora fa instanza che si rimettesse il tutto ad un'huomo pe rito,et confidente di ambedue le parti, o ^ero incognito ad ambedue / ^ l e parti, il quale viste tutte le scritture, senza lite zwrisolvease questa controversia. Et vedendo io le spese grandi che V.S. et i su oi nipoti fanno,et faranno, et lo scandalo che ne pigliano tutti quelli, che sanno queste controversie, del che � me piu volte � stato scritto, crederei che saria bene finirle nel miglior modo che /f'fusse possibile, perche tolta via la controversia della robba, sa ria facile che fusse poi fra loro una vera amicitia, oltre la paren tela. Il Sig.or Dio inspiri � V.S. et � loro quello che � piu glo ria sua. Di Roma li 11 di Maggio 1613. Di V.S. m.to ili.re Cugino aff.mo per servirla Il Card. Bellarmino. Si$^or Antonio Cervini.
(Adr.) Al m.to ili.re Sig.or cugino, il Sig.or Antonio Cervini.
Fiorenza.
(cachet)
./^^Mss. Cervini 53 fol.82. Orig�n. autogr.