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Molto ill.e sig.ra sorella. Perchè io so che V.S. non sa scrivere ne leggere, non mi posso fidare della lettera che mi ha man data. Però di qua avanti quando mi vorrà far sapere alcuna cosa, faccia che alcuno mi scriva da parte sua, et mi avisi quello che lei vole, et quella sia persona da me conosciuta, a ciò gli possa credere, et se l'abbate non sia partito, potrà dire a lui che m'in formi delli bisogni che ha per la sua persona, perchè io non pretendo far la penitenza, se il suo marito ha fatto male a pigliare l'affitto che ha preso: et questo basti. Et con questo gli prego da Dio ogni bene. Di Roma li 24 d'ottobre 1611.
Di V.S.
fratello aff.mo
il Card. Bellarmino.
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Alla m.to ill.re Sig.ra la Sig.ra Camilla Bellarmini, ne' Burratti[1].
Montepulciano.
- ↑ Bartolomeo Buratti, marito di Camilla Bellarmini.