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Non potendo salutare me stesso V.S.Ill.ma havendo risoluto di fermarmi qua più lungamente, non tralascierò di farli reverenza humilmente, assicurandola sempre della mia devotissima servitù, la quale anchora che poca cosa, nondimeno promptissima per ubedire a V.S. Ill.ma al minimo segno de suoi commandamenti, et fin a che gle riceva, sarà desideroso sempre di esserne honorata; et in questa speranza mi pardoni V.S. ill.ma si non havendogli mai reso neiusno servitio, ardisco fargli una devotissima supplica, mosso veracemente dalla benignità che io ho sempre riconosciuto in lei verso di me et poi dell'occasione del subietto, sapendo bene come V.S. Ill.ma po renderlo molto facile et favorevole verso sua Beatitudine, io l'ho mandato al lungo al rev.mo padre Carlo Venotto, il quale di bocca lo potrà dichiarare al lungo a V.S. Ill.ma luy havendolo come io credo intero da me in Roma: et poi qua ne ho fatto particolare conferenza con altro padre della Compagnia. Come questo me è d'importanza, tanto più l'obligo che io ne haverò a V.S. Ill.ma sarà grande e così nuovo accrescimento alla sua medesima benignità a cui debvo molto et renderò sempre il tutto che potere, supplicandogli dal Signore Iddio ogni prosperità.<lb/>
 
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Roma.
 
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Arch.Vatic. Gesuiti 17 fo.168x^%$*.
 
 
Origin.
 

Revision as of 13:03, 20 February 2018

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Ill.mo et R.mo Sig.re mio padrone col.mo.
Non potendo salutare me stesso V.S.Ill.ma havendo risoluto di fermarmi qua più lungamente, non tralascierò di farli reverenza humilmente, assicurandola sempre della mia devotissima servitù, la quale anchora che poca cosa, nondimeno promptissima per ubedire a V.S. Ill.ma al minimo segno de suoi commandamenti, et fin a che gle riceva, sarà desideroso sempre di esserne honorata; et in questa speranza mi pardoni V.S. ill.ma si non havendogli mai reso neiusno servitio, ardisco fargli una devotissima supplica, mosso veracemente dalla benignità che io ho sempre riconosciuto in lei verso di me et poi dell'occasione del subietto, sapendo bene come V.S. Ill.ma po renderlo molto facile et favorevole verso sua Beatitudine, io l'ho mandato al lungo al rev.mo padre Carlo Venotto, il quale di bocca lo potrà dichiarare al lungo a V.S. Ill.ma luy havendolo come io credo intero da me in Roma: et poi qua ne ho fatto particolare conferenza con altro padre della Compagnia. Come questo me è d'importanza, tanto più l'obligo che io ne haverò a V.S. Ill.ma sarà grande e così nuovo accrescimento alla sua medesima benignità a cui debvo molto et renderò sempre il tutto che potere, supplicandogli dal Signore Iddio ogni prosperità.
Di Borbonna alli
Di V.S. Ill.ma et R.ma
Humilissimo et devotissimo servitore
Francesco di Borbona
abbate de la ozalada
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Al Ill.mo et Rev.mo Sig.re Prone mio oss.mo il Sig.re Cardinale Belarmino.
Roma.