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Rome,4 juin 1611. Bellarmin au P.Angustia de Recanati O.P. 1063
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Il P.Emanuele vega della Compagnia di Giesù, che predica costì, mi ha dato conto, che havendo esso nella predica detto,che nel misterio dell'incarnatione sono tre nature, o sostanze in una persona, come nel mieterlo della Santissima Trinità, sono tre persone in una natura: et che V.P.tà voleva che si disdicesse, et che si era divulgato per la città, che esso havesse detto un'heresia, et che però concorrere poi nell'altra predica molti religiosi a sentire se si disdiceva, lo non ho V.R. per tanto poco intelligente, che non sappia, che in quel modo di dire non vi è errore nessuno, et che in quel modo hanno parlato molti così antichi,come moderni. Et anco credo, che lei sappia, che da quel modo di parlare non ci era pericolo, che alcuno ne raccogliesse, che in Christo funsero due nature humane, perchè ogni giorno diciamo, che nell'huomo ci sono due nature, carne, et spirito, et nondimeno nessuno raccoglie da questo parlare, che nell'huomo siano due nature humane. Per questo non a senza causa alcuni dubitano, che le RR.VV. tal volta si muovino da poca buona voluntà, che portano alla nostra Compagnia. Io porto grande affetto alla religione di S.Domenico, et dove passo, la servo, come sanno molti padri de loro, che ricorrono da me ne loro bisogni. Cosi desidero scambievolmente, che li padri di S.Domenico portino affetto alla mia religione, poi che tutti serviamo ad un medesimo signore, et caminiamo ad un medesimo fine. Et in particulare l'inquisitori doveriano esser pieni di charità, et con la loro amorevolezza fare amabile l'officio dell'inquisitione, che per sua natura è spaventevole. Per questo mi è parso scrivere queste
 
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poche parole, a ciò se in questo ci sia stato qualche mancamento, per l'avenire si proceda con ogni sorte di charità, non lassando però la giustitia, dove ha luogo.<lb/>
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portino affetto alla mia religione, poi che tutti serviamo ad un
 
 
 
medesimo signore, et caminiamo ad un medesimo fine. Et in particu-
 
 
 
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Molto R.do Padre,
Il P.Emanuele vega della Compagnia di Giesù, che predica costì, mi ha dato conto, che havendo esso nella predica detto,che nel misterio dell'incarnatione sono tre nature, o sostanze in una persona, come nel mieterlo della Santissima Trinità, sono tre persone in una natura: et che V.P.tà voleva che si disdicesse, et che si era divulgato per la città, che esso havesse detto un'heresia, et che però concorrere poi nell'altra predica molti religiosi a sentire se si disdiceva, lo non ho V.R. per tanto poco intelligente, che non sappia, che in quel modo di dire non vi è errore nessuno, et che in quel modo hanno parlato molti così antichi,come moderni. Et anco credo, che lei sappia, che da quel modo di parlare non ci era pericolo, che alcuno ne raccogliesse, che in Christo funsero due nature humane, perchè ogni giorno diciamo, che nell'huomo ci sono due nature, carne, et spirito, et nondimeno nessuno raccoglie da questo parlare, che nell'huomo siano due nature humane. Per questo non a senza causa alcuni dubitano, che le RR.VV. tal volta si muovino da poca buona voluntà, che portano alla nostra Compagnia. Io porto grande affetto alla religione di S.Domenico, et dove passo, la servo, come sanno molti padri de loro, che ricorrono da me ne loro bisogni. Cosi desidero scambievolmente, che li padri di S.Domenico portino affetto alla mia religione, poi che tutti serviamo ad un medesimo signore, et caminiamo ad un medesimo fine. Et in particulare l'inquisitori doveriano esser pieni di charità, et con la loro amorevolezza fare amabile l'officio dell'inquisitione, che per sua natura è spaventevole. Per questo mi è parso scrivere queste poche parole, a ciò se in questo ci sia stato qualche mancamento, per l'avenire si proceda con ogni sorte di charità, non lassando però la giustitia, dove ha luogo.
Di Roma li 4 di Giugno 1611.
Di V.P.tà R.da come fratello
Il Card.le Bellarmino.