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ho parlato con un canonico vechio di Lovanio, che si trovò presente alla ceremonia del cappello, quale gli fu mandato come è legato, perchè a gli altri non si manda, ma vengono a pigliarlo a Roma. <lb/>
24 mai 1 611.Bell, � Ant.Cervini (suite)
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Quello che si dice nella pag. 20 et 21 di quelli che minacciorno al card.di S.ta Cruce di ammalarlo, se non consentiva ad alcune cose contro la dignità del Sommo Pontefice, dubito che potrà offendere l'orechie delli spagnuolo, perchè quello che minaccio, fu Carlo Quinto imperatore, il quale non voleva,che il concilio si trasferisse a Bologna,come il Papa haveva ordinato, et io ho una lettera dell'istesso cardinale di S.ta croce scritta a Papa Paulo terzo, dove gli da conto di questo, et domanda di esser richiamato a Roma. Però questo luogo si potria temperare levando quelle parole, (ut in libidinibus suis explendis nimis concutit audacia) et altre si mili, troppo pungenti.<lb/>
 
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Ne essendo questa per altro, prego da Dio ogni felicità a tutta la casa sua et rimando l'oratione per l'istesso che la portò. Di Roma li 24 di Maggio 1611. <lb/>
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Al molto 111 Sig il Sig Antonio Cervini.
 
 
 
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Montepulciano.
 
Montepulciano.
 
Mss.Cervini 53 fol.51. Copie dans: Mss.Cerv.52 fol.97^. Autogr.
 

Revision as of 16:55, 26 March 2018

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ho parlato con un canonico vechio di Lovanio, che si trovò presente alla ceremonia del cappello, quale gli fu mandato come è legato, perchè a gli altri non si manda, ma vengono a pigliarlo a Roma.
Quello che si dice nella pag. 20 et 21 di quelli che minacciorno al card.di S.ta Cruce di ammalarlo, se non consentiva ad alcune cose contro la dignità del Sommo Pontefice, dubito che potrà offendere l'orechie delli spagnuolo, perchè quello che minaccio, fu Carlo Quinto imperatore, il quale non voleva,che il concilio si trasferisse a Bologna,come il Papa haveva ordinato, et io ho una lettera dell'istesso cardinale di S.ta croce scritta a Papa Paulo terzo, dove gli da conto di questo, et domanda di esser richiamato a Roma. Però questo luogo si potria temperare levando quelle parole, (ut in libidinibus suis explendis nimis concutit audacia) et altre si mili, troppo pungenti.
Ne essendo questa per altro, prego da Dio ogni felicità a tutta la casa sua et rimando l'oratione per l'istesso che la portò. Di Roma li 24 di Maggio 1611.
Di V.S. M.to Ill.re
Aff.mo cugino
il card.le Bellarmino.
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Al molto Ill. Sig il Sig Antonio Cervini.
Montepulciano.