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Naples,11 mare 1611. Le card.Acquaviva � Bellarmin.

1041

/ 111^^ e Rev^^ Signor mio oss"^ Intendo che alcuni padri della Compagnia di Giesu, i quali han no cura di visitare i carcerati, siano ricorsi � V.S.111^^^ acci� ch'ella p er questo effetto ottenga loro da N.Signore qualoh'inJ*dulgenza. L'opera per se stessa � di gran piet� et esercitata da questi padri apporta seco gran profitto, che per ci� vengo io anco ra coi mezzo di questo a supplicare V.S.111^^ della medesima gra tin. Et baciandole reveremente le mani, le prego da Dio ogni intera felicit�. Di Napoli � gli 11 di Marzo 1611. Di V.S.111^^ et Humillimo et aff^^ servitore Il Card.d'Acquaviva.

Card. Belarmino.

Io Fabritio Sorrentino avocato de poveri nella citt� di Napoli f� fede come l'opera ch'hanno instituita i padri Gesuiti dentro le carceri della vicheria � di grandissimo servitio di Dio N.Signore et aiuto di quelle anime poverette, quali aggravate pi� dalli vincoli de peccati che dalle medesme carcere, hora per opra di detti padri si possono dire veramente libere, attendendo alla frequenza de santi sacramenti, ad imparare la dottrina Christiana, et ad attendere ad altri pii exercitii di mortificatione,e maceratione della carne, et in somma spendendo il tempo fruttuosamente, dove prima non si spendeva ad altro che � giuochi, biaateme,rixe et altri enormi peccati. Per il che � di dovere che tal opra sia -^f*aggiutata, favorita e privileggiata, acci� tanto servitio di Dio et aiuto di anime possa mantenersi dentro detta vicheria, e sia stimolo et incentivo � successori di perpetuarla et farla sempre maggiore. In Napoli li 10 di Marzo 1611. Io Fabritio Sorrentino affirmo quanto di sopra.