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Rome,27 novembre 1610. Bellarmin au P.Carminata.
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Molto Rev.do Padre mio. Ho inteso quanto la R.V. mi scrive dell' andata dell'arcivescovo a Napoli. Aspettarò un poco per vedere quanto si trattiene, e poi farò l'officio che conviene senza nominar nessuno. Intendo che il nuovo vicerè non tardarà a venire, e qua si crede che hora mai possa esser a Genova con il contestabile di Castiglia, che viene governatore di Milano. Che un'arcivescovo vada ambasciatore della sua città, vi è l'essempio di sant'Antonino arcivescovo di Fiorenza; ma il pigliare la mercede non so se convenga, et ho inteso che cotesto arcivescovo non l'ha preso, essendo andato in Napoli per suoi negotii, et con quella occasione hebbe accettato l'officio d'incontrare e salutare il nuovo vicerè. V.R. deve saper meglio ogni cosa. <lb/>
 
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Del lassar l'officio del proposito non ho che dire, se non che lei da canto suo fa bene, ma se piacerà all'obedienza di farla continuare, farà anco bene a portar la croce finche piacerà a Dio. <lb/>
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La stampa di miei [[Work::In omnes Psalmos dilucida expositio|salmi]] non si è finita all'ottobre, per diversi impedimenti, ma a Natale, se piace a Dio, si finirà, e ne consegnerà una copia alli padri della casa, acciò con buona occasione la mandino a V.R.<lb/>
 
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Altro per hora non mi occorre, se non pregarla si ricordi di me nelle sue sante orationi, che tanto più ne ho bisogno quanto m' appresso all'uscir di questa vita e render conto a Dio d'ogni parola oziosa. La R.V. poco bisogno ha delle mie orationi, ma nondimeno non lascio di fare il debito di sincero fratello e vero e cordiale amico. Di Roma, li 27 di nov.re 1610.<lb/>
/ Molto Rev^� Padre mio. H� inteso quanto la R.V. mi scrive dell' andata dell'arcivescovo Napoli. Aspettar^ un poco per vedere quanto si trattiene, e poi far� l'officio che conviene senza nomi nar nessuno. Intendo che il nuovo vicer� non tardar� � venire, e
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JTqua si crede che hora mai possa esser Genova con il contestabile di Castiglia, che viene governatore di Milano. Che un'arcivescovo vada ambasciatore della sua citt�, vi l'essempio di sant'Anto nino arcivescovo di Fiorenza; ma il pigliare la mercede non s� se convenga, et h� inteso che cotesto arcivescovo non l'h� preso, es-
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/^sendo andato in Napoli per suoi negotii, et con quella occasione hebbe acoeiiato l'officio d'incontrare e salutare il nuovo vicer�. v.R. deve saper meglio ogni cosa. Del lassar l'officio del proposito non h� che dire, se non che lei da canto suo f� bene, ma se piacer� all'obedienza di farla con-
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R.C.B.
/f'tinuare, far� anco bene portar la croce finche piacer� � Dio. La stampa di miei salmi non si finita all'ottobre,per diver
 
si impedimenti, ma � Natala,se piace Dio, si finir�, e ne conse gner� una copia alli padri della casa, acci� con buona occasione la mandino V.R.
 
Altro per hora non mi occorre, se non pregarla si ricordi di me nelle sue sante orationi, che tanto pi� ne ho bisogno quanto m' appresso all'uscir di questa vita e render conto Dio d'ogni paro la oziosa. La R.V. poco bisogno h� delle mde orationi, ma nondime no non lascio di fare il debito di sincero fratello e vero e cord^^^iale amico. Di Roma, li 2? di nov^^ 1610.
 
Di V.R. Servo in Christo R.C.B.
 
 
 
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Molto Rev.do Padre mio. Ho inteso quanto la R.V. mi scrive dell' andata dell'arcivescovo a Napoli. Aspettarò un poco per vedere quanto si trattiene, e poi farò l'officio che conviene senza nominar nessuno. Intendo che il nuovo vicerè non tardarà a venire, e qua si crede che hora mai possa esser a Genova con il contestabile di Castiglia, che viene governatore di Milano. Che un'arcivescovo vada ambasciatore della sua città, vi è l'essempio di sant'Antonino arcivescovo di Fiorenza; ma il pigliare la mercede non so se convenga, et ho inteso che cotesto arcivescovo non l'ha preso, essendo andato in Napoli per suoi negotii, et con quella occasione hebbe accettato l'officio d'incontrare e salutare il nuovo vicerè. V.R. deve saper meglio ogni cosa.
Del lassar l'officio del proposito non ho che dire, se non che lei da canto suo fa bene, ma se piacerà all'obedienza di farla continuare, farà anco bene a portar la croce finche piacerà a Dio.
La stampa di miei salmi non si è finita all'ottobre, per diversi impedimenti, ma a Natale, se piace a Dio, si finirà, e ne consegnerà una copia alli padri della casa, acciò con buona occasione la mandino a V.R.
Altro per hora non mi occorre, se non pregarla si ricordi di me nelle sue sante orationi, che tanto più ne ho bisogno quanto m' appresso all'uscir di questa vita e render conto a Dio d'ogni parola oziosa. La R.V. poco bisogno ha delle mie orationi, ma nondimeno non lascio di fare il debito di sincero fratello e vero e cordiale amico. Di Roma, li 27 di nov.re 1610.
Di V.R.
Servo in Christo
R.C.B.