Difference between revisions of "Page:EBC 1610 10 13 1012.pdf/2"

From GATE
(→‎Not proofread: Created page with "Category:EBC_Letters Category:EBC_Not proofread 13 oct.l610. Bell.aux paroiss�nens de Brace, (suite) 1012"* / luoghi. In Capoa essendo io arcivescovo feci unione d...")
 
m (→‎top: added Template:TurnPage, replaced: <references/> → <references/> {{TurnPage}})
 
(3 intermediate revisions by 2 users not shown)
Page statusPage status
-
Not proofread
+
Proofread
Page body (to be transcluded):Page body (to be transcluded):
Line 1: Line 1:
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Letters]]
[[Category:EBC_Not proofread]]
+
[[Category:EBC_Proofread]]
 
+
[[Category:EBC_Pages]]
13 oct.l610. Bell.aux paroiss�nens de Brace, (suite) 1012"*
+
luoghi. In Capoa essendo io arcivescovo feci unione di tre parrochie in una, et non fu chi reclamasse. In Turino dove io ho un priorato, si sono introdotti nella chiesa del priorato,che era parrochia, i monaci di S.to Bernardo, et la cura delle anime si e unita ad un altra parrochia, senza darli altro che li emolumenti quotidiani, et nessuno ha fatto rumore. In Siena si è fatto il medesimo di più parrochie, et se bene di una reclamorno i popolani, et ricorsero a Roma, nondimeno hebbero la sentenzia contro, et si quietorno. Qua in Roma la chiesa che hanno li padri della Comp.a di Giesù era curata, et furono le anime unite alla parrochia di S.Marco, et non s'udi rumore alcuno, et di questi esempi ve ne sono moltissimi, ma questi per hora possono
 
+
bastare. Quanto alla giustitia, credo che potranno pensare da loro stessi, che ancor noi sappiamo li canoni ecclesiastici, et habbiamo conscienza. Quanto a quello che dicono dell'espressione dell'entrate di coteste chiese et de canonici, et di quello che dicano essersi provato, staremo aspettando la sententia di Monsig.r nuntio di Fiorenza, et poi della Rota di Roma. Quanto al detrimento commune, che dicano farsi dalle monache per conto delle acque, si farà la giustitia, quando sia domandata. Quanto al resto per non essere troppo lungo, dico due cose, la prima che il remedio d'ogni male saria che le pecore si lassassero governare da pastori, et non volessero farsi giudici dell'attioni di chi sta in luogo di Dio; la seconda che se pure vogliono venire a Roma, a gridare a piedi di N. Sig.re, saranno ben venuti, et troveranno nella sedia di S.Pietro una persona gravissima che non si spaventa de gridi, ma gli darà, videatur de iure. Et metteremo la causa in Rota, et staremo tutti a quello sarà giudicato esser giusto: ben gli fo sapere, che ancora io ho l'orecchie di S. Santità, et ho qualche quattrino per aiutar la giustitia del Capitolo et delle monache, et con questa fine prego a tutti la gratia di Dio et la pace et charità con il prossimo. Di Roma li 13 d'ottobre 1610.<lb/>
/ luoghi. In Capoa essendo io arcivescovo feci unione di tre parrochie
+
Delle SS. VV.<lb/>
 
+
Amorevoliss.o<lb/>
in una, et non fu chi reclamasse. In Turino dove io ho un priorato,
+
Il Card. Bellarmino.
 
 
si sono introdotti nella chiesa del priorato,che era parrochia, i mo
 
 
 
naci di
 
 
 
Bernardo, et la cura delle anime si e unita ad un altra
 
 
 
J^parrochia,senza darli altro che li emolumenti quotidiani, et nessuno
 
 
 
ha fatto rumore. In Siena si fatto il medesimo di pi� parrochie,
 
 
 
et se bene di una reclamorno i popolani, et ricorsero Roma, nondi
 
 
 
meno hebbero la sentenzia contro, et si quietorno. Qua in Roma la c
 
 
 
chiesa ^he hanno li padri della Comp^ di Gies� era curata, et furono
 
 
 
/ ^ l e anime unite alla parrochia di S.Marco, et non s'udi rumore alcuno,
 
 
 
et di questi esempi ve ne sono moltissimi, ma questi per hora possono
 
 
 
bastare. Quanto alla giustitia, credo che potranno pensare da loro
 
 
 
stessi, che ancor noi sappiamo li canoni ecclesiastici, et habbiamo
 
 
 
conscienza. Quanto quello che dicono dell'espressione dell'entrate
 
 
 
/y^di coteste chiese et de canonici, et di quello che dicano essersi
 
 
 
provato, staremo aspettando la sententia di Monsig^ nuntio di Fioren
 
 
 
za,et poi della Rota di Roma. Quanto al detrimento commune, che din-
 
 
 
cano farsi dalle monache per conto delle acque, si far� la giustitia,
 
 
 
quando sia domandata. Quanto al resto per non essere troppo lungo,di-
 
 
 
co due cose, la prima che il remedio d'ogni male saria che le pecore
 
 
 
si lassassero governare da pastori,et non volessero farsi giudici
 
 
 
dell'attieni di chi st� in luogo di Dio; la seconda che se pure vog
 
 
 
liono venire a Roma,gridare piedi di N.Sigf^, saranno ben venuti,
 
 
 
et troveranno nella sedia di S.Pietro una persona gravissima che non
 
 
 
^^^si spaventa de gridi, m� gli dar�, videatur de iure. Et metteremo la
 
 
 
causa in Rota, et staremo tutti quello sar� giudicato esser giusto:
 
 
 
ben gli fo sapere, che ancora io h� 1'orecchie di S.Santit�, et ho
 
 
 
qualche quattrino per aiutar la giustitia del Capitolo et delle mo
 
 
 
nache, et con questa fine prego tutti la grafia di Dio et la pace
 
 
 
et charit� con il prossimo. Di Roma li 13 d'ottobre 1610.
 
 
 
/ uDelle SS. VV.
 
Amorevoliss"
 
 
 
/
 
 
 
Florence.Arch.Medie.6047 f.^^4
 
 
 
3h.Vat.Ges.19 f.91-2
 
 
 
Il Card.Bellarmino.
 
Footer (noinclude):Footer (noinclude):
Line 1: Line 1:
<references/>
+
<references/> {{TurnPage}}

Latest revision as of 13:48, 6 May 2020

This page has been proofread

luoghi. In Capoa essendo io arcivescovo feci unione di tre parrochie in una, et non fu chi reclamasse. In Turino dove io ho un priorato, si sono introdotti nella chiesa del priorato,che era parrochia, i monaci di S.to Bernardo, et la cura delle anime si e unita ad un altra parrochia, senza darli altro che li emolumenti quotidiani, et nessuno ha fatto rumore. In Siena si è fatto il medesimo di più parrochie, et se bene di una reclamorno i popolani, et ricorsero a Roma, nondimeno hebbero la sentenzia contro, et si quietorno. Qua in Roma la chiesa che hanno li padri della Comp.a di Giesù era curata, et furono le anime unite alla parrochia di S.Marco, et non s'udi rumore alcuno, et di questi esempi ve ne sono moltissimi, ma questi per hora possono bastare. Quanto alla giustitia, credo che potranno pensare da loro stessi, che ancor noi sappiamo li canoni ecclesiastici, et habbiamo conscienza. Quanto a quello che dicono dell'espressione dell'entrate di coteste chiese et de canonici, et di quello che dicano essersi provato, staremo aspettando la sententia di Monsig.r nuntio di Fiorenza, et poi della Rota di Roma. Quanto al detrimento commune, che dicano farsi dalle monache per conto delle acque, si farà la giustitia, quando sia domandata. Quanto al resto per non essere troppo lungo, dico due cose, la prima che il remedio d'ogni male saria che le pecore si lassassero governare da pastori, et non volessero farsi giudici dell'attioni di chi sta in luogo di Dio; la seconda che se pure vogliono venire a Roma, a gridare a piedi di N. Sig.re, saranno ben venuti, et troveranno nella sedia di S.Pietro una persona gravissima che non si spaventa de gridi, ma gli darà, videatur de iure. Et metteremo la causa in Rota, et staremo tutti a quello sarà giudicato esser giusto: ben gli fo sapere, che ancora io ho l'orecchie di S. Santità, et ho qualche quattrino per aiutar la giustitia del Capitolo et delle monache, et con questa fine prego a tutti la gratia di Dio et la pace et charità con il prossimo. Di Roma li 13 d'ottobre 1610.
Delle SS. VV.
Amorevoliss.o
Il Card. Bellarmino.