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Ill.mo et molto R.do Sig.re
Ho due lettere di V.S. una delli otto, e l'altra delli 10 del presente. Non risposi a quella, che portò il vetturale, perchè non hebbi tempo, ne mi pareva necessario. A queste due rispondo, che pare ancora a me benissimo, che V.S. si sbrighi di questo negotio lassando la cura al Zannetti. Se il fratello di V.S. fusse qui, potria muovere il Zannetti a donargli 150 copie, ma non vi e essendo potrebbe scrivergli una lettera, perchè ci sara tempo, essendo che il libro non è ancora fuora delli mani di quel signore, che lo rivede con molta accuratezza, et ne vola bavere honore, et questo sarà bene per V.S. a ciò la sua prima fatiga riesca tale, che possa piacere a tutti.
Della dedicatoria io mi rimettaria in tutto al parere del nostro commune padrone, l'Ill.mo Sig.or Card.le Ubaldino, che a persona di esquisitissimo giuditio, et vole bene a tutti due noi. Et se non pare a V.S. dar questo fastidio al Sig.r Cardinale, io mi rimetto a lei, di dedicarla ad una figliola del Si.or Gio. Andrea, o alla sorella del G.Duca, o a Madama istessa, o ad altri, o anco a non dedicarlo a nessuno.
Mi è venuto un poco di vana gloria, che l'Ill.mo Sig.re Cardinale habbia gustato delle mie correttioni nel Marentio, ma bene è vero, che io ho preso gusto quasi sempre di cantar il Marentio, più che molti altri autori: per esser facile, et suave. Ma hora non ho più nessuna sorte di recreatione, eccetto che leggere le vite dei santi. Con questo mi raccomando all'orationi di V.S. et per mezo suo bacio le mani al Sig.or Cardinale padrone.
Di Roma li 14 di Luglio 1610.
Di V.S. Ill.re et molto R.do come fratello
il Card.le Bellarmino.
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All'Ill.mo et m.to R.do Sig.re il Sig.r Cesare Bracci, Arcidiacono della Cathedrale di Montepulciano.