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Ho ricevuto l'altra di V.R. intorno al vescovo di Cefalù, nella quale ho visto esser vero,quanto il suddetto vescovo mi aveva scritto, e però non mi pare occorra farci altro. Quanto alla grazia che possano il giorno del nostro B. Ignazio celebrar messa in chiesa nostra dell'istesso i forestieri sacerdoti, a al meno Mons.or l'Arcimandrita, e altri prelati, ne ho trattato questa mattina con sua S.tà. da parte di V.R. con anteporgli la comune consolazione dei prelati e dei nostri e il merito di V.R. che tanti anni ha servito e serve alla chiesa, e la mestizia dei forestieri vedendosi esclusi. Ma la S.tà Sua è stata forte nella negativa, dicendo non volere aprire questa porta e esortandoci a tirar avanti la canonizzazione. Confesso a V.R. che si come io diffidavo d'ottenere grazia per tutti i forestieri, così grandemente confidavo di ottenerla per i prelati, e al meno per Mons.or arcivescovo, per il quale feci più volte istanza e replica. La santa pazienza e obbedienza ha da addolcire ogni amarezza. Già scrissi per l'ordinario passato, che già si cominciavano a stampare i salmi, e spero che al più lungo V.R. l'avrà all'ottobre, ma questa ha da essere con usura delle sue sante orazioni, nelle quali come lei sa, molto confido.
Di Roma li 17 di Giugno 1610.
Di V.R.
Servo in X.to
R.C.B.