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Ill.mo e Rev.mo Sig.re padrone mio col.mo
L'abate dal Bosco de Celestini, col quale ho seriamente parlato circa il mantenersi in buona intelligenza e pace con i suoi monaci, conforme a quello che mi ha scritto e comandato V.S. Ill.ma con la sua de 23 di settembre, è così devoto e obbligato servitore di lei, che, quando anche ella gli comandasse cosa a che egli non fosse tenuto e la quale non fosse da lui estremamente desiderata, come è questa, senza alcuna considerazione di suo proprio interesse farebbe tutto per rendere a V.S. Ill.ma compita soddisfazione e in effetti ogni sorte di ossequio. Egli per quello di che si tratta professa di non avere dato alcuna occasione di disgusto a questi monaci, e quando pur ciò fosse successo, afferma esser stato per inavvertenza e senza minima malizia, e per sincerarsi molto bene, mi ha promesso che sarà a trovare questo padre priore e gli esibirà l'opera sua si pronta ad ogni servizio e comodo della religione, come se fosse anche oggi di nei claustri di questo o altro monastero di essa, e che con sue lettere ratificherà l'istesso suo desiderio anche a V.S. Ill.ma alla quale rendo grazie per i favori che tal volta è servita di farmi con suoi comandi, e le faccio umilissima riverenza.
Di Parigi li 10 di novembre 1609.
Sig.r Card. Bellarmino.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
Ho anche parlato al P.Priore e spero che staranno tutti d'accordo.
Umil.mo e oblig.mo servitore
Il vescovo di Montepulciano.