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Molto Rev.da Sig.ra Abbadessa e come sorella in Cristo. Molto mi rallegro del buon progresso che fanno cotesto signore monache sotto il buon governo di V.R. e della signora priora, e sto sempre ringraziando Dio che ci fece gratin delle persone loro per risuscitare cotesto monastero. Quanto a quello, che V.R. domanda di stabilire il numero di trenta monache, non occorre per questo dar fastidio alla sacra Congregazione, perchè è in arbitrio di V.R. e delle signore monache di non passare il numero di trenta, ne vi è alcuno che le possa violentare, essendo il decreto fatto da noi assai chiaro. Vero è che mi parerla assai ragionevole che la R.V. si contentasse di non restringere il numero a trenta, finchè non fossero vestite quelle due che entrarono per educazione al tempo mio cioè la figliola del signore Gio. Geronimo Frappiero, e la figliola della signora Isabella Moles, perchè essendo queste entrate al tempo nostro con le altre ohe sono state poi vestite, e essendo principali come qualsivoglia altra, a me sarebbe di molto gusto che fossero consolate, entrando nel numero delle trentacinque quando vi sarà luogo, e poi si potrebbe con più pace e quiete restringere il numero a trenta; ne potendosi le altre lamentare, poichè entrarono con questa condizione di aspettare la vacanza dentro al numero di trenta. Ne essendo questa per altro, mi raccomando alle sante orazioni di V.R. e di tutto il suo monastero, e prego Dio che conceda lunga vita alla R.V. et alla signora priora, acciò possano con l'esempio e instruzione loro fondare e stabilire il vero spirito di religione in tutte coteste figliole. Di Roma li 3 Luglio 1609.
Della Signoria Vostra M.to Rev.da
come fratello
Il Card. Bellarmino.