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Ven�se,14 mars 1609. Fra Don� Camp^
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Ill.mo e R.mo Sig.r patrion mio col.mo.<lb/>
 
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L'indugio mio d'aver sin adesso portato in longo la risoluzione di quel che da V.S. Ill.ma e R.ma fui ricercato, non da altro è cagionato se non da ciò, che dal R.mo Mons.vescovo del Zante credo, le sia stato riferito per mio nome. Ora avendo fatte tutte le dovute diligenze per aver la piena certezza di quel che si desidera sapere, dico a V.S. Ill.ma e R.ma che per certa relazione avuta dal dottor Cavalli domestico di fra Paolo Servita, esso continua a scrivere sopra le già mosse questioni nelle materie contentiose tra la Santa Sede Apostolica e questa repubblica, ma che in questo
� Bellarmin.
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suo scrivere tratti cosa alcuna sopra le controversie mandate in luce da V.S. Ill.ma e R.ma, o contro quelle, il d.o dottore, che è suo intimo (posso dir) segretario, dice non lo sapere; ma io per aver sicurezza di ciò, ho fatto stringerlo, per investigar questa verità da persona che seco ha molta autorità, e mi riferira interamente tutto quel che si desidera sapere di vero, essendosi ciò trattato con maniere e con mezzi tali, che non potrà mai penetrare, che da lei si procuri l'intelligenza di questo negozio, nel quale ci potesse esser dato a credere una cosa per un'altra, e come ne avrò il sicuro avviso, subito lo parteciperò con V.S. Ill.ma e R.ma la qual prego a non restar smarrita di quel che qui le esibisco adesso, se vedrà interponercisi un poco più tempo di quel che sarebbe il suo intento, perchè, a non voler mettere il piede in fallo è necessario aver per mezzano e per arbitro il tempo, che fa venire al manifesto le occulte attieni degli uomini per escogitate vie. Supplicola ancora a non restar d'onorarmi dei suoi comandamenti in ogni occorenza, che conosce io posso esser atto adoperarmi in suo servizio, perchè così conoscerò esser conservato nella sua
 
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grazia nella qual bramo perpetuarmi, e mentre continuar si degnasse di mandarmi le lettere per quella via, che ho ricevuto l'ultima sua, non temo d'altri rispetti, che potessero ritrarla dal
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Ill.mo e R.mo Sig.r patrion mio col.mo.
L'indugio mio d'aver sin adesso portato in longo la risoluzione di quel che da V.S. Ill.ma e R.ma fui ricercato, non da altro è cagionato se non da ciò, che dal R.mo Mons.vescovo del Zante credo, le sia stato riferito per mio nome. Ora avendo fatte tutte le dovute diligenze per aver la piena certezza di quel che si desidera sapere, dico a V.S. Ill.ma e R.ma che per certa relazione avuta dal dottor Cavalli domestico di fra Paolo Servita, esso continua a scrivere sopra le già mosse questioni nelle materie contentiose tra la Santa Sede Apostolica e questa repubblica, ma che in questo suo scrivere tratti cosa alcuna sopra le controversie mandate in luce da V.S. Ill.ma e R.ma, o contro quelle, il d.o dottore, che è suo intimo (posso dir) segretario, dice non lo sapere; ma io per aver sicurezza di ciò, ho fatto stringerlo, per investigar questa verità da persona che seco ha molta autorità, e mi riferira interamente tutto quel che si desidera sapere di vero, essendosi ciò trattato con maniere e con mezzi tali, che non potrà mai penetrare, che da lei si procuri l'intelligenza di questo negozio, nel quale ci potesse esser dato a credere una cosa per un'altra, e come ne avrò il sicuro avviso, subito lo parteciperò con V.S. Ill.ma e R.ma la qual prego a non restar smarrita di quel che qui le esibisco adesso, se vedrà interponercisi un poco più tempo di quel che sarebbe il suo intento, perchè, a non voler mettere il piede in fallo è necessario aver per mezzano e per arbitro il tempo, che fa venire al manifesto le occulte attieni degli uomini per escogitate vie. Supplicola ancora a non restar d'onorarmi dei suoi comandamenti in ogni occorenza, che conosce io posso esser atto adoperarmi in suo servizio, perchè così conoscerò esser conservato nella sua grazia nella qual bramo perpetuarmi, e mentre continuar si degnasse di mandarmi le lettere per quella via, che ho ricevuto l'ultima sua, non temo d'altri rispetti, che potessero ritrarla dal
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