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Ser.ma Sig.ra mia oss.ma<lb/>
 
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Con l'altra mia lettera mi condolsi con V.A. S.ma dell'improvvisa morte del Ser.mo Gran Duca mio padrone che sia in cielo, e mi offrii a V.A. S.ma per devotiss.mo servitore come ero di quella gloriosa memoria, della quale spesso venivo favorito e con comandamenti e con riceverne grazie. E perchè desidero di continuare con V.A. Ser.ma e col S.mo suo consorte Gran Duca, e Sig.r mio, nell'istessa osservanza e servizi, ho voluto spedirle a posta il presente mio auditore, accio della sua viva voce meglio intenda il mio desiderio, che a lui mi rimetto, e facendo riverenza um.e a V.A. S.ma gli prego da Dio ogni felicità desiderata. Di Roma il di 23 di febbraio 1609.<lb/>
 
Con l'altra mia lettera mi condolsi con V.A. S.ma dell'improvvisa morte del Ser.mo Gran Duca mio padrone che sia in cielo, e mi offrii a V.A. S.ma per devotiss.mo servitore come ero di quella gloriosa memoria, della quale spesso venivo favorito e con comandamenti e con riceverne grazie. E perchè desidero di continuare con V.A. Ser.ma e col S.mo suo consorte Gran Duca, e Sig.r mio, nell'istessa osservanza e servizi, ho voluto spedirle a posta il presente mio auditore, accio della sua viva voce meglio intenda il mio desiderio, che a lui mi rimetto, e facendo riverenza um.e a V.A. S.ma gli prego da Dio ogni felicità desiderata. Di Roma il di 23 di febbraio 1609.<lb/>

Revision as of 16:26, 8 May 2019

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Ser.ma Sig.ra mia oss.ma
Con l'altra mia lettera mi condolsi con V.A. S.ma dell'improvvisa morte del Ser.mo Gran Duca mio padrone che sia in cielo, e mi offrii a V.A. S.ma per devotiss.mo servitore come ero di quella gloriosa memoria, della quale spesso venivo favorito e con comandamenti e con riceverne grazie. E perchè desidero di continuare con V.A. Ser.ma e col S.mo suo consorte Gran Duca, e Sig.r mio, nell'istessa osservanza e servizi, ho voluto spedirle a posta il presente mio auditore, accio della sua viva voce meglio intenda il mio desiderio, che a lui mi rimetto, e facendo riverenza um.e a V.A. S.ma gli prego da Dio ogni felicità desiderata. Di Roma il di 23 di febbraio 1609.
Di V.A. S.ma
umiliss.o e devotiss.o servitore
il Card.le Bellarmino.