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Molto illustre Sig.r fratello. Questa servirà in risposta alla sua e a quelle di mad.na Camilla, di ms. Lelio e ms. Ricciardo, perchè e io e i due segretari siamo occupatissimi. V.S. sarà contenta dire a mad.a Camilla che ho ricevuta la sua lettera; a ms.Lelio che è vero che il mastro di casa e ms. Attilio Casini si contentano che i cento scudi si paghino con la pensione del Sig.r Acursio, e però potrà attendere e provvedere all'indennità sua con i beni del padre. A ms. Ricciardo, che la sua lettera è troppo libera, e, se fosse vista da chi gli volesse male e ne svisasse li padroni, la faria male, e però io simili lettere le straccio, a ciò ne anco il segretario le veda. E' partito di Bertinoro per sua importunità e con poco gusto dei padroni, se bene io ho trattenuto più che ho potuto il dare al Sig.r card. Borghese la lettera, nella quale domandava licenza. Quando andò a Visse, non faceva altro che lamentarsi e che non ci poteva stare. Quando andò al Monte S.to Giovanni, officio di grande emolumento, si lamentò tanto e con me e con il segretario della consulta, che pareva fosse stato mandato a morire, e poi, quando partì, si lamentava che l'avessero levato. Di Bertinoro cominciò a lamentarsi prima di andarvi, e poi arrivato sempre venivano lettere piene di lamenti e che non vi era guadagno nessuno, e pure ha portato a casa cinquanta scudi oltre delle spese. Ora dice che il Papa mi ha mancato della parola, e che mi strapazza, perchè non gl'ha dato Cascia. Le quali cose sono false e stomachevoli dette di un principe supremo, come è il Papa, il quale mi onora piu di quello che io merito, e non mi diede mal parola di dare a ms. Ricciardo il governo di Cascia; ma solo monsignor Tonti, a chi era rimesso il memoriale, mi disse che si poteva avere Cascia; e se il suddetto avesse seguitato in quell'officio, forse si sarebbe avuta. Ma poco apresso fu fatto cardinaie e lasciò questi negozi; e il segretario della consulta a chi restò il negozio, disse che ms. Ricciardo non era buono per
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Molto illustre Sig.r fratello. Questa servirà in risposta alla sua e a quelle di mad.na Camilla, di ms. Lelio e ms. Ricciardo, perchè e io e i due segretari siamo occupatissimi. V.S. sarà contenta dire a mad.a Camilla che ho ricevuta la sua lettera; a ms.Lelio che è vero che il mastro di casa e ms. Attilio Casini si contentano che i cento scudi si paghino con la pensione del Sig.r Acursio, e però potrà attendere e provvedere all'indennità sua con i beni del padre. A ms. Ricciardo, che la sua lettera è troppo libera, e, se fosse vista da chi gli volesse male e ne avisasse li padroni, la faria male, e però io simili lettere le straccio, a ciò ne anco il segretario le veda. E' partito di Bertinoro per sua importunità e con poco gusto dei padroni, se bene io ho trattenuto più che ho potuto il dare al Sig.r card. Borghese la lettera, nella quale domandava licenza. Quando andò a Visse, non faceva altro che lamentarsi e che non ci poteva stare. Quando andò al Monte S.to Giovanni, officio di grande emolumento, si lamentò tanto e con me e con il segretario della consulta, che pareva fosse stato mandato a morire, e poi, quando partì, si lamentava che l'avessero levato. Di Bertinoro cominciò a lamentarsi prima di andarvi, e poi arrivato sempre venivano lettere piene di lamenti e che non vi era guadagno nessuno, e pure ha portato a casa cinquanta scudi oltre delle spese. Ora dice che il Papa mi ha mancato della parola, e che mi strapazza, perchè non gl'ha dato Cascia. Le quali cose sono false e stomachevoli dette di un principe supremo, come è il Papa, il quale mi onora piu di quello che io merito, e non mi diede mal parola di dare a ms. Ricciardo il governo di Cascia; ma solo monsignor Tonti, a chi era rimesso il memoriale, mi disse che si poteva avere Cascia; e se il suddetto avesse seguitato in quell'officio, forse si sarebbe avuta. Ma poco apresso fu fatto cardinaie e lasciò questi negozi; e il segretario della consulta a chi restò il negozio, disse che ms. Ricciardo non era buono per
 
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Revision as of 16:26, 28 January 2021

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Molto illustre Sig.r fratello. Questa servirà in risposta alla sua e a quelle di mad.na Camilla, di ms. Lelio e ms. Ricciardo, perchè e io e i due segretari siamo occupatissimi. V.S. sarà contenta dire a mad.a Camilla che ho ricevuta la sua lettera; a ms.Lelio che è vero che il mastro di casa e ms. Attilio Casini si contentano che i cento scudi si paghino con la pensione del Sig.r Acursio, e però potrà attendere e provvedere all'indennità sua con i beni del padre. A ms. Ricciardo, che la sua lettera è troppo libera, e, se fosse vista da chi gli volesse male e ne avisasse li padroni, la faria male, e però io simili lettere le straccio, a ciò ne anco il segretario le veda. E' partito di Bertinoro per sua importunità e con poco gusto dei padroni, se bene io ho trattenuto più che ho potuto il dare al Sig.r card. Borghese la lettera, nella quale domandava licenza. Quando andò a Visse, non faceva altro che lamentarsi e che non ci poteva stare. Quando andò al Monte S.to Giovanni, officio di grande emolumento, si lamentò tanto e con me e con il segretario della consulta, che pareva fosse stato mandato a morire, e poi, quando partì, si lamentava che l'avessero levato. Di Bertinoro cominciò a lamentarsi prima di andarvi, e poi arrivato sempre venivano lettere piene di lamenti e che non vi era guadagno nessuno, e pure ha portato a casa cinquanta scudi oltre delle spese. Ora dice che il Papa mi ha mancato della parola, e che mi strapazza, perchè non gl'ha dato Cascia. Le quali cose sono false e stomachevoli dette di un principe supremo, come è il Papa, il quale mi onora piu di quello che io merito, e non mi diede mal parola di dare a ms. Ricciardo il governo di Cascia; ma solo monsignor Tonti, a chi era rimesso il memoriale, mi disse che si poteva avere Cascia; e se il suddetto avesse seguitato in quell'officio, forse si sarebbe avuta. Ma poco apresso fu fatto cardinaie e lasciò questi negozi; e il segretario della consulta a chi restò il negozio, disse che ms. Ricciardo non era buono per
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