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Rome,6 decembre 1608. Bellarmin au chevalier Vinta.
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Molto Ill.re Sig.re. Quando mandai costi l'abate mio nipote per soddisfare in mio nome con coteste A. Ser.me gli ordinai che raccordasse anche a V.S. il desiderio che tengo di servirla. Lei gradì per sua cortesia questo mio affetto, come ha fatto sempre, e fece infiniti favori all'istesso mio nipote di che gli ne rendo molte grazie, e resto obbligato. Il detto mio nipote prega V.S. di avere in protezione e raccomandazione Mario e Francesco Bellarmini, acciò quando fosse uscita la sentenza gli avesse aiutati come lei può e suole fare, che gli sta in protezione.Ora che intendo che la suddetta sentenza sia uscita, torno a pregare V.S. che in grazia mia si compiaccia avere in considerazione i predetti giovini, e compatirli, e aiutarli con S.A. Ser.ma col Gran Principe; prima perchè se loro fecero il risentimento contro quel contadino, ne ebbero in parte ragione per avere quello ingiuriato il padre loro, e con bastione, e ora dallo stesso contadino ne hanno la pace; secondo perchè essendo loro rimaste una sorella vedova giovane e bella che non ha altro che possa custodirla che questi due fratelli, che sebbene ci è il padre non si stima per la dappocaggine sua; onde andando banditi i suddetti conforme la sentenza, porterebbe la sorella qualche pericolo. Per questo riprego V.S. che per tutti questi capi gli siano raccomandati, e per far grazia anche a me, che di tutto gli ne terrò obbligo, come me gli offro con questo, pregandole da Dio ogni vero bene. Di Roma il di 6 di dicembre 1608.<lb/>
 
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gratia mia ai compiaccia bavere in consideratione li predetti gio-
 
 
 
vini, et compatirli,et aiutarli con S.A.Ser^^� col Gran Principe;
 
 
 
prima perche se loro fecero il risentimento contro quel'contadino,
 
 
 
ne hebbero in parte ragione per bavere quello ingiuriato il padre
 
 
 
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vine e bella che non h� altro che possa custodirla che questi due
 
 
 
fratelli, che se bene ci il padre non si stima per la dapocagine
 
 
 
sua; onde andando banditi li soddetti conforme la sentenza, porta-
 
 
 
rebbe la sorella qualche pericolo. Per questo riprego V.S. che per
 
 
 
tutti questi capi gli siano raccomandati, et ^ar far'gratia anco �
 
 
 
me, ohe di tutto gli ne terr� obligo, come me gli offero con ques
 
 
 
to,pregandole da Dio ogni vero bene. Di Roma il di 6 di decembre
 
 
 
1608.
 
 
 
Di V.S. molto 111^^
 
 
 
Aff"^ per servirla
 
 
 
_______
 
 
 
Il Card. Bellarmino.
 
 
 
S^ Cav^^ Vinta.
 
 
 
Al molto 111^^ Sig^^ , il Sig^^ Cav^^ Vinta. (restes de cach)
 
 
Firenze.
 
Firenze.
 
Florence. Archiv.di Stato,Mediceo 3784 fol.745* Orig. manu secret. sauf finale.
 
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Molto Ill.re Sig.re. Quando mandai costi l'abate mio nipote per soddisfare in mio nome con coteste A. Ser.me gli ordinai che raccordasse anche a V.S. il desiderio che tengo di servirla. Lei gradì per sua cortesia questo mio affetto, come ha fatto sempre, e fece infiniti favori all'istesso mio nipote di che gli ne rendo molte grazie, e resto obbligato. Il detto mio nipote prega V.S. di avere in protezione e raccomandazione Mario e Francesco Bellarmini, acciò quando fosse uscita la sentenza gli avesse aiutati come lei può e suole fare, che gli sta in protezione.Ora che intendo che la suddetta sentenza sia uscita, torno a pregare V.S. che in grazia mia si compiaccia avere in considerazione i predetti giovini, e compatirli, e aiutarli con S.A. Ser.ma col Gran Principe; prima perchè se loro fecero il risentimento contro quel contadino, ne ebbero in parte ragione per avere quello ingiuriato il padre loro, e con bastione, e ora dallo stesso contadino ne hanno la pace; secondo perchè essendo loro rimaste una sorella vedova giovane e bella che non ha altro che possa custodirla che questi due fratelli, che sebbene ci è il padre non si stima per la dappocaggine sua; onde andando banditi i suddetti conforme la sentenza, porterebbe la sorella qualche pericolo. Per questo riprego V.S. che per tutti questi capi gli siano raccomandati, e per far grazia anche a me, che di tutto gli ne terrò obbligo, come me gli offro con questo, pregandole da Dio ogni vero bene. Di Roma il di 6 di dicembre 1608.
Di V.S. molto Ill.re
Aff.mo per servirla
Il Card. Bellarmino.
S.r Cav.re Vinta.
Al molto Ill.re Sig.re , il Sig.re Cav.re Vinta.
Firenze.