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Paris,8 septembre 1608. Le Cardinal de Sourdis � Bellarmin. 79 5
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Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio osserv.mo.
 
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Mi è di somma consolazione qualunque significazione della sua grazia, e specialmente quelle che mi aprano la via ad esercitarla devotissima servitù che tengo con V.S. Ill.ma. La sua del 12 aprile scritta a favore del Sig.r Giovanni La Chaussee è stata di tanto momento appresso di me, che, non avendo avuto contezza nessuna della persona di lui per l'addietro, mi mossi subitamente, vedendo l'onorata attestazione che V.S. Ill.ma si compiacque farmi delle sue buone qualità, a procurare che nella pubblica assemblea del clero di questo regno ragunata qui allora, gli siano stati assegnati 166 ducati d'oro di pensione annua, si come effettualmente sono, con questo però che ricuperata la pristina sanità, liberato da una febbre quartana che lo travaglia, egli si abbia da affaticare in beneficio dell'anime della mia diocesi, o dove mi parrà, e con prediche e con altre opere pie. <lb/>
/ 111^^ et Rev"^ Sig^ mio osserv^^'
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E perchè anche V.S. Ill.ma partecipi al merito di giovar ad altri come cosa propria sua, e massimamente a quelli che, abiurate le loro eresie, si sono ricoverati sotto il manto e ombra della chiesa, raccomandole gli esibitori della presente, nomati Francesco du Mothry e Jacomo Pelisson della terra di Loudun diocesi Pictaviense, i quali, nati da parenti di mezzana sorte et tutti baratici, non possono per le molestie, che essi ricevono alla patria loro, pur macchiata tutta di detta pestifera setta, vivervi quietamente, e fuori di detta terra ogni altro paese è lor patria. Vaghi di vedere cotesta corte e procacciarvisi qualche partito, sono ricorsi a me come a persona che si sa pubblicamente ch'io le sono servitore. La supplico perciò e per l'altre considerazioni di ricevergli sotto il suo patrocinio e far lor conoscere che questa raccomandazione non è lor stata infruttuosa. E a V.S. Ill.ma bacio reverentemente le mani. Di Parigi allì 8 di settembre 1608.<lb/>
Mi di somma consolatione qualunque signiiicatione della sua
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Di V.S. Ill.ma e Rev.ma <lb/>
 
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gratin, et spetialmente quelle che mi aprano la via ad essercitare
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F.Card.de Sig. Card. Bellarmino.<lb/>
 
 
la devotissima servit� che tengo con V.S.I11^^ La sua delli 12
 
 
 
.^^aprile scritta � favor del Sig^ Giovanni La Chaussee ^ stata di
 
 
 
tanto momento appresso di me, che, non havendo havuto contezza nin
 
 
 
na della persona di lui per l'adietro, mi mossi suoitamente, ve
 
 
 
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delle sue buone qualit�, procurare che nella publica assemblea
 
 
 
y^del clero di questo regno ragunata qui alhora, gli sieno stati as
 
 
 
segnati 166 ducati d'oro di pensione annua, si come effettualmente
 
 
 
sono, con questo per� che ricuperata la pristina sanit�, liberato
 
 
 
da una febre quartana che lo travaglia, egli si habb�a da affati
 
 
 
care in benefitio dell'anime della mia diocesi, dove mi parr�,
 
 
 
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Et perche anco V.S.111^^ partecipi al merito di giovar ad altri
 
 
 
come cosa propria sua, et massimamente a quelli che, abiurate le
 
 
 
loro heresie, si sono ricoverati sotto il manto et ombra della
 
 
 
chiesa, raccommandole gli essibitori della presente, nomati Fran-
 
 
 
cesco du Mothry et Jacomo Pelisson della terra di Loudun diocesi
 
 
 
Pictaviense, i quali, nati da parenti di mezzana sorte et tutti ba
 
 
 
ratici, non possono per le molestie,eh'essi zn ricevono alla patria
 
 
 
loro, pur macchiata tutta di detta pestifera setta, vivervi quieta
 
 
 
mente, et fuori di detta terra ogn'altro paese lor patria. Vaghi
 
 
 
.^fdi vedere cotesta corte et procacciarvisi qualche partito, sono ri
 
 
 
corsi � me come persona che si sa publicamente ch'io le sono ser
 
 
 
vitore. La supplico perci� et per l'altre considerationi di rice
 
 
 
vergli sotto il suo patrocinio et far lor conoscere che questa rac-
 
 
 
comandatione non lor stata infruttuosa. Et � V.S.111^^^ bacio reve
 
 
 
Lrch.Vatf^rentemente le mani. Di Parigi alli 8 di settembre 1608.
 
 
 
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V.S.Ill^a et Rev^a / Humilissimo Servitore / F.Card.de
 
 
 
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Card.Bellarmino.
 
 
 
 
Sourdis.
 
Sourdis.
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Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio osserv.mo. Mi è di somma consolazione qualunque significazione della sua grazia, e specialmente quelle che mi aprano la via ad esercitarla devotissima servitù che tengo con V.S. Ill.ma. La sua del 12 aprile scritta a favore del Sig.r Giovanni La Chaussee è stata di tanto momento appresso di me, che, non avendo avuto contezza nessuna della persona di lui per l'addietro, mi mossi subitamente, vedendo l'onorata attestazione che V.S. Ill.ma si compiacque farmi delle sue buone qualità, a procurare che nella pubblica assemblea del clero di questo regno ragunata qui allora, gli siano stati assegnati 166 ducati d'oro di pensione annua, si come effettualmente sono, con questo però che ricuperata la pristina sanità, liberato da una febbre quartana che lo travaglia, egli si abbia da affaticare in beneficio dell'anime della mia diocesi, o dove mi parrà, e con prediche e con altre opere pie.
E perchè anche V.S. Ill.ma partecipi al merito di giovar ad altri come cosa propria sua, e massimamente a quelli che, abiurate le loro eresie, si sono ricoverati sotto il manto e ombra della chiesa, raccomandole gli esibitori della presente, nomati Francesco du Mothry e Jacomo Pelisson della terra di Loudun diocesi Pictaviense, i quali, nati da parenti di mezzana sorte et tutti baratici, non possono per le molestie, che essi ricevono alla patria loro, pur macchiata tutta di detta pestifera setta, vivervi quietamente, e fuori di detta terra ogni altro paese è lor patria. Vaghi di vedere cotesta corte e procacciarvisi qualche partito, sono ricorsi a me come a persona che si sa pubblicamente ch'io le sono servitore. La supplico perciò e per l'altre considerazioni di ricevergli sotto il suo patrocinio e far lor conoscere che questa raccomandazione non è lor stata infruttuosa. E a V.S. Ill.ma bacio reverentemente le mani. Di Parigi allì 8 di settembre 1608.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
Umilissimo Servitore
F.Card.de Sig. Card. Bellarmino.
Sourdis.