Rome,22 decembre 1607. Bellarmin au meme.
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re r Molto ili Sig fratello. Ho inteso quanto bisognava dal
Sig Vicario intorno al predicatore, et cos� ho scritto al p.pro
vinciale di S.Domenico, che ci mandi il lettore di Prato, quale mi
si presuppone dal procurator generale et da al^ri padri per suffi-
^^ciente. Ho caro ohe habbia dato � madonna Camilla li cen^o scudi;
potr� dirgli che ho riceuta la sua lettera, non occorrendo altra
risposta et che non aspetti altro questo Natale. Per la fabrica,
per la retta delle figliole, per la provisione di ms.Lelio Mancini
et altri vostri bisogni pensavo mandare con questo procaccio una
poliza di 300 piastre; ma non � ancora venuta da Napoli; ma si man
der� quando prima, et questo � tutto quello ohe si pu� dare per
quest'anno, perche � Napoli et � Capua non c'� altro. V.S. aggius
ti le cose in modo che non faccia debiti et non habbia da cercar'
altro, perche di Roma non � possioile mandar'un quattrino, massime
/f*hora che ci bisogna mutar casa et spendere anticipatamente pi� di
ottocento scudi, et ci assottigliamo piu che si pu� cos� nel vivere
come nel vestire. Il Duca di Savoia ha mandato fuora un'ordine
stampato, che tutti li cavalieri di SS.Mauritio et Lazaro si tro
vino in Turino � mezo gennaro, et si va intimando l'ordine perso-
nalmente. Io scriver� al Duca scusando l'et� di Roberto, per�, se
sar� intimato, potr� rispondere che gi� si � mandata la scusa �
S.A. Altro non mi occorre et Dio gli dia le buone feste. Di Roma
li 22 di decembre 1607.
fratello aff^� di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill^^ Sig^ fratello, il Sig^ Thommasso Bellarmini.
Montepulciano.
(cachet pap.)
F.B.1. lettere originali.