Difference between revisions of "Page:EBC 1607 11 03 2540.pdf/1"

From GATE
(→‎Not proofread: Created page with "Roma^3 novembris 1607. Bellarm�nus Thomae fratri. 710b�s Molto �li.re fratello. Scr�ssi al Vescovo d� Perugia per quel nego= t�o, che V.S. mi raccomando, et bor...")
 
Page statusPage status
-
Not proofread
+
Proofread
Page body (to be transcluded):Page body (to be transcluded):
Line 1: Line 1:
Roma^3 novembris 1607. Bellarm�nus Thomae fratri.
+
Molto ill.re fratello. Scrissi al Vescovo di Perugia per quel negotio, che V.S. mi raccomando, et hora mi risponde, che non ha pensiero di mutar Vicario, perche quello che hora tiene, sta volentieri et esso lo tiene volentieri. Ho fatto parlare alla Sig.ra Clarice da parte di Monsignor Arcivescovo di Siena et mia et pregatola à contentarsi, che si rivedano i conti di Messir Gio. Battista Bucelli costi in Montepulciano. Ma si e provata inessorabile, dicendo, che sono quaranta anni, che costui ha mangiato i beni suoi et non ne ha mai reso conto, et che con questo si è arrichito, et che in Montepulciano non ci è giustitia, et cose simili. Dice bene che la prima instanza si farà costì perche non la puo impedire, ma poi vole in ogni modo, che si vada a Fiorenze. Non intendo come le sue figliole non possine stare al monasterio, perche si come cominciai a pagargli la retta, così seguitaro quando bisogni et io pensavo che già fussero tornate. Vero è che hora non sia possibile mandar denari da Roma, perche non ne ho, ma le monache potriano far credenza fin à Natale. Al Signor Ugo si ricapitò subito la lettera. Si manda con questo procaccio da Messir Pietro la poliza di cambio di cinquecento scudi d'oro. Io dissi cinquecento piastre, ma hora ci ci haranno circa trenta scudi di piu che potriano servire per la retta delle figliole. Non ho mai saputo se fu dato il grano del podere di Angelo a Mad. Camilla, che quando fusse cosi, li denari mandati per comprare il grano, potriano servire per vestirla, che intendo ne habbia necessità. Non credo che il Signor Guido Sara in quella opinione di mandar giù la chiesa vechia, ma quando ci fusse pericolo, come qua si dice, potria dirgli, o fargli dire, che mi fara piacere a trattenersi fino alla mia venuta. Con
 +
questo saluto tutti. Di Roma li 3 di Novembre 1607.<lb/>
 +
di V.S. fratello aff.mo<lb/>
 +
II Card. Bellarmino.<lb/>
 +
Al molto illre signor fratello,il signor Thomasso Bellarmini.<lb/>
 +
Montepulciano.
  
710b�s
 
  
Molto �li.re fratello. Scr�ssi al Vescovo d� Perugia per quel nego=
+
[[Category:EBC_Proofread]]
 
 
t�o, che V.S. mi raccomando, et bora mi risponde,che non ha pens�e=
 
 
 
ro d� mutar Vicario, perche quello che hora tiene, sta volentieri
 
 
 
et esso lo tiene volentieri. Ho fatto parlare alla Sig.ra Clarice
 
 
 
da parte d� Monsignor Arcivescovo d� Siena et m�a et pregatola �
 
 
 
contentarsi,che s� rivedano i conti di Messir G�o.Battista Bucelli
 
 
 
costi in Montepulciano. Ma s� e provata inessor�bile, dicendo,che
 
 
 
sono quaranta anni, che costui ha mangiato � beni suoi et non ne h
 
 
 
ha mai reso conto, et che con questo s� � arrichito, et che in Mon=
 
 
 
tepulc�ano non ci � giust�t�a, et cose simili. Dice bene che la
 
 
 
prima instanza s� far� cost� perche non la pu� impedire, ma poi vo=
 
 
 
le in ogni modo, che s� vada Ja Fiorenze. Non intendo come le
 
 
 
sue figliole non possine stare al monaster�o, perche si come co=
 
 
 
minc�ai a pagargli la retta, cos� seguitaro quando bisogni et io
 
 
 
pensavo che gi� fussero tornate. Vero � che hora non s�a poss�bile mandar denari da Roma, perche non ne ho, ma le monache potriano
 
 
 
far credenza fin � Natale. Al Signor Ugo s� ricapit� subito la
 
 
 
lettera. Si manda con questo procaccio da Messir Pietro la poliza
 
 
 
d� cambio d� cinquecento scudi d'oro. Io dissi cinquecento piastre,
 
 
 
ma hora ci ci haranno circa trenta scudi di piu che potriano ser=
 
 
 
vire per la retta delle figliole. Non ho mai saputo se fu dato il
 
 
 
grano del podere d� Angelo a Mad.Camilla, che quando fusse cosi,
 
 
 
l� denari mandati per comprare il grano,potriano servire per ves=
 
 
 
tirla, che intendo ne habb�a necessit�. Non credo che il Signor
 
 
 
Guido Sara in quella opinione di mandar gi� la chiesa vechia, ma
 
 
 
quando ci fusse per�colo,come qua si dice, potria dirgli,o fargli
 
 
 
dire, che mi fara piacere a trattenersi fino alla mia venuta. Con
 
 
 
questo saluto tutti. D� Roma li 3 d� Novembre 1607.
 
 
 
d� V.S. fratello aff.mo
 
 
 
II Card.Bellarmino.
 
 
 
Al molto �llre signor fratello,il signor Thomasso Bellarmin�. _______________________________________ Montepulciano.__________ _ Forl�,Arch.comun. Coll.autogr.Bell., n.36.
 
 
 
 
 
[[Category:EBC_Not proofread]]
 
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Pages]]
 
[[Category:EBC_Pages]]

Revision as of 09:46, 3 October 2019

This page has been proofread


Molto ill.re fratello. Scrissi al Vescovo di Perugia per quel negotio, che V.S. mi raccomando, et hora mi risponde, che non ha pensiero di mutar Vicario, perche quello che hora tiene, sta volentieri et esso lo tiene volentieri. Ho fatto parlare alla Sig.ra Clarice da parte di Monsignor Arcivescovo di Siena et mia et pregatola à contentarsi, che si rivedano i conti di Messir Gio. Battista Bucelli costi in Montepulciano. Ma si e provata inessorabile, dicendo, che sono quaranta anni, che costui ha mangiato i beni suoi et non ne ha mai reso conto, et che con questo si è arrichito, et che in Montepulciano non ci è giustitia, et cose simili. Dice bene che la prima instanza si farà costì perche non la puo impedire, ma poi vole in ogni modo, che si vada a Fiorenze. Non intendo come le sue figliole non possine stare al monasterio, perche si come cominciai a pagargli la retta, così seguitaro quando bisogni et io pensavo che già fussero tornate. Vero è che hora non sia possibile mandar denari da Roma, perche non ne ho, ma le monache potriano far credenza fin à Natale. Al Signor Ugo si ricapitò subito la lettera. Si manda con questo procaccio da Messir Pietro la poliza di cambio di cinquecento scudi d'oro. Io dissi cinquecento piastre, ma hora ci ci haranno circa trenta scudi di piu che potriano servire per la retta delle figliole. Non ho mai saputo se fu dato il grano del podere di Angelo a Mad. Camilla, che quando fusse cosi, li denari mandati per comprare il grano, potriano servire per vestirla, che intendo ne habbia necessità. Non credo che il Signor Guido Sara in quella opinione di mandar giù la chiesa vechia, ma quando ci fusse pericolo, come qua si dice, potria dirgli, o fargli dire, che mi fara piacere a trattenersi fino alla mia venuta. Con questo saluto tutti. Di Roma li 3 di Novembre 1607.
di V.S. fratello aff.mo
II Card. Bellarmino.
Al molto illre signor fratello,il signor Thomasso Bellarmini.
Montepulciano.