Roma, 1 5 septembr�s 1607. Bellarminus Thomae fratr�.
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Molto �llre Signor fratello. Dio benedica la nuova figliola et
troppi
conservi la madre, perche, quando moltiplicano
i parti, alla
fine ci restano. Et io questa volta ne dubitavo, come anco in par=
te � intervenuto. ) Galieno mi scrive, che stava per morire un certo Jacomo Torricelli
che haveva una cappella,che toccava darla al Papa, se bene vacava
nel mese del Vescovo. Io non gli rispondo, perche simili lettere
non meritano risposta. Bisogna sapere, che ne il papa, ne io siamo
indovini, et per� se non si scrive la qualit� del beneficio et
perche causa spetti la collatione al Papa, et se ne � capace, quel=
lo che lo domanda, et simili altre cose, non si pu� far niente. Al=
tro per hora non mi occorre. Saluto tutti di casa.
Di Roma li 15 di Settembre 1607.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al m.to ili.re Signor fratello,il Signor Thomasso Bellarmini. Montepulciano.
Archiv.comun.Forl�, Coll.autogr.Bellarm., n.3 4 . Autogr.Bell.
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