Rome,10 aout 1607.
Bellarmin au P.Carminata.
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Molto
Padre mio. Risposi pochi giorni f� ad una di V.R.
scritta da Palermo intorno alla congregatione generale, quale V.R.
desiderava si differisse fin'� novembre. Bora lei havr� saputo che
si differisce fin'� febraro; ma lei non aspetti li tempi cattivi,
e se ne venga quanto prima havr� commodit�, et allora parleremo
di quello abuso che mi scrisse nella sua da Messina li 17 di lug
lio. Ma per hora mi bastar� fargli sapere che, quando le dispense
matrimoniali si commettono � gli ordinarii, non si mette la dis
pensa assolutamente al giuditio dell'ordinario, ma si commette
solo che verifichi le cose espresse nella supplica, si preces ve-
ritate nitantur etc. Et se l'ordinario trova che il supplicante
ha esposto il vero, non pu� impedire la dispensa, ma � obligato
d'esseguirla; ma se trova che h� esposto il falso, non pu� esse-
guire la dispensa, et il supplicante non si pu� lamentare, se bene
habbia pagato, per che quel pagamento � in pena del peccato di ha-
ver voluto ingannare la Sedia Apostolica. Questo � lo stile ordi
nario, se non fanno qualche errore li scrittori di brevi. Talch�
V.R. potr� considerare che il caso non sar� esposto bene, e per�
gli sar� parso stravagante. St� io con gran desiderio aspettandola
e sperando che habbia da fermarsi qu� con noi i pochi anni � gior
ni che ci restano. Et in questo mezzo mi raccomando di cuore alle
sue sante orationi. Di Roma, li 10 agosto 1607.
Di V.R. Servo in Christo R. C. B.
Archiv.Postul.Bellarm. lettre 26.