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Rome,25 mai 1607. Bellarmin au ro� d'Espagne.
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Sacra Maestà Cattolica.<lb/>
 
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Dal Sig.r Duca di Feria mandato da V.M. a rendere l'obbedienza solita alla S.tà di N.S., ho ricevuta la lettera, e la visita fattami in nome della M.V. e come riconosco il tutto per favore particolare, e per segno che conserva memoria dell'osservanza, che gli porto, così ne rendo a V.M. tutte le dovute grazie. Nel resto mi rimetto a quanto di più ho discorso con lo stesso Sig.re duca, dal quale potrà V.M. intendere ch'io non cedo a nessun servitore che ella abbia in questa corte in desiderio di servirla, e obbedirla sempre. Con che facendo riverenza a V.M. gli prego da Dio ogni desiderata felicità. Di Roma il di 25 di maggio 1607. <lb/>
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Di V.M. Cat.ca<lb/>
 
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umiliss.o e divotiss.o<lb/>
/ Sacra Maest� Catol�ca.
 
Dal S�g^ Duca d� Feria mandato da V.M. rendere l'obed�enza
 
 
 
solita alla
 
 
 
d� N.S., h� r�ceuta la lettera,et la visita fatta
 
 
 
mi in nome della M.V. et come riconosco il tutto per favore par-
 
 
 
{^ticulare, et per segno che conserva memoria dell'osservanza, che
 
 
 
gli porto, cos� ne rendo V.M. tutte le doute grat�e.'Nel resto
 
 
 
mi rimetto quanto d� pi� h� discorso con l'�stesso S�g^^ duca,
 
 
 
dal q uale potr� V.M. intendere ch'io non cedo � n�ssun'serv�to-
 
 
 
re che ella habb�a in questa corte in desiderio d� servirla,et
 
 
 
obedirla sempre. Con che facendo riverenza V.M. gli prego da
 
 
 
D�o ogni desiderata felicit�. Di Roma il d� 25 d� maggio 1607. Di V.M.Cat ca
 
 
 
humil�ss� et divotiss�
 
 
 
 
il Card. Bellarmino.
 
il Card. Bellarmino.
 
S�mancas Est^� 370, ant�g.987. Originai.
 

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Sacra Maestà Cattolica.
Dal Sig.r Duca di Feria mandato da V.M. a rendere l'obbedienza solita alla S.tà di N.S., ho ricevuta la lettera, e la visita fattami in nome della M.V. e come riconosco il tutto per favore particolare, e per segno che conserva memoria dell'osservanza, che gli porto, così ne rendo a V.M. tutte le dovute grazie. Nel resto mi rimetto a quanto di più ho discorso con lo stesso Sig.re duca, dal quale potrà V.M. intendere ch'io non cedo a nessun servitore che ella abbia in questa corte in desiderio di servirla, e obbedirla sempre. Con che facendo riverenza a V.M. gli prego da Dio ogni desiderata felicità. Di Roma il di 25 di maggio 1607.
Di V.M. Cat.ca
umiliss.o e divotiss.o
il Card. Bellarmino.