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Molto ill.re Sig.r fratello. Il negozio dell'ottenere grazia di spedire il si in evidentem, come anche quello del cavalier Fabio è difficile; ma si farà quello che si potrà. Sono comparse le cose che la Sig.ra Francesca ha mandate, e se bene sono buone, tuttavia sono troppe per noi, perchè io non faccio tinello e per me solo sono d'avanzo, e si spende assai nella portatura. Però un'altra volta sarà meglio mandare molto meno o niente, massime che il nostro speziale ci dona ogni anno mostarda e altre cose che bastano.
La spesa di 25 scudi per il quadro di S. Tommaso è eccessiva, e qua si farebbe con 6 o 8 scudi, poichè tutta la difficoltà è far la testa, e non vi essendo necessario più che una testa, la spesa qua sarebbe piccolissima. Io ho fatto un quadro per la mia cappella e vi sono quattro persone, la Madonna, il Bambino, Giuseppe et S.Francesco, e non mi è costato più di quindici scudi. Onde io non mi obbligo mandargli 25 scudi per tal pittura. Se V.S. vuole spendere dei denari, che ora gli mando per il natale, faccia a suo modo, ma non aspetti altro fin'a S.to Giovanni Battista. Ho dato ordine che di Napoli si rimettono al Nuti in Siena piastre 220, sebbene il cambio è altissimo al venti per cento; ma non ci è rimedio perchè qua in Roma non abbiamo denari. Di queste 220 piastre ne darà 50 a mad.na Camilla, che intendo patisce di freddo e di altre necessità, e venti al Sig.r Lelio Mancini; il resto a per V.S. Ma intendo che il Nuti pretende cinquanta scudi prestati per far le vendemmie, e così non gli darò se non cento per lei e settanta per dare a mad.na Camilla e ms. Lelio. Potrà mandare a pigliarli a sua posta. E con questo gli prego da Dio il buon Natale. Di Roma li 12 di dicembre 1606.
Di V.S. fratello aff.mo
il Card. Bellarmino.