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Rome,20 novembre 1606. Bellarmin � son fr�re Thomas.
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Molto ill.re Sig.r fratello. Si è ricevuto il vino e le altre cose che V.S. ha mandato. Si manda in contra cambio alcune altre cose, come lei potrà vedere, e in particolare si mandano alcune cose per i putti, ciò a cappelli e panno che vagliene fino a trenta scudi. Mando ancora alquanti libri per vendere, perchè ne abbiamo stampati troppi, e non si sono potuti smaltire; onde io ci resto sotto di molti scudi. V.S. potrà per mezzo di qualche suo fidato mandarne alle città vicine, come Orvieto, Acquapendente, Siena, Perugia e altri luoghi vicini, che non dubito si venderanno bene.
 
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Qui si sono dati ai librari per due giuli l'uno e loro poi li hanno venduti venticinque e trenta baiocchi. V.S. li farà dare al meglio che si potrà.<lb/>
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Ho promesso al Sig.r [[Name::Giuseppe Vignanesi]] cinquanta scudi per aiutare a maritare una sorella di [[Name::Lionoro]], mio palafreniere. Se pare a V.S. di offrirgli da parte mia cento libri, i quali forse si potrebbero vendere così, con nome che sono donati per aiuto della dote di quella figliola, mi rimetto a lei. Ma se non gli pare che in Montepulciano si sappia questa vendita, V.S. li mandi fuori, come ho detto, e i denari li terrà per se a conto di quelli che gli ho da mandare questo Natale. Ma quando fossero in buona quantità, avrò caro si diano i cinquanta o meno al Sig.r Giuseppe per il servizio già detto. Si potrebbe anche far partito con un libraio solo in Siena, il quale poi li manderebbe dove gli paresse, perchè anche in Fiorenza e Pisa si venderebbero bene. Io scrissi a V.S. che non mandasse vino, sin che io lo domandasse, perchè ne avevo ancora molti fiaschi e perchè l'inverno è meglio il chiarello e la centola che il vino di Montepulciano. Tuttavia la ringrazio; ma non mandi più, se io non lo domando. Con questo saluto tutti di casa.
 
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Di Roma li 20 di novembre 1606. <lb/>
/ Molto ill^^ S�g^ fratello. S� � risento il vino et le altre
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fratello di V.S. aff.mo
 
 
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mo stampati troppi, et non s� sono potuti smaltire; onde io ci res
 
 
 
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rugia et altri luoghi vicini, che non dubito s� venderanno bene.
 
 
 
Qui s� sono dati alli librari per due g�ul� l'uno et loro poi li
 
 
 
hanno venduti vent�cinque et trenta baiocchi. V.S. li far� dare al
 
 
 
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Ho promesso al S�g^ Giuseppe Vignanesi cinquanta scudi per a
 
 
 
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potr�ano vendere cost�, con nome che sono donati per aiuto della
 
 
 
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ho da mandare questo Natale. Ma quando funsero in buona quantit�,
 
 
 
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molti fiaschi et perche l'inverno meglio il chiarello et la cen-
 
 
 
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mandi piu, se io non lo domando. Con questo saluto tutti di casa.
 
 
 
D� Roma l� 20 di novembre 1606. fratello d� V.S. affmo
 
 
il Cardinale Bellarmino.
 
il Cardinale Bellarmino.
 
Adresse de solito. _/
 
 
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Molto ill.re Sig.r fratello. Si è ricevuto il vino e le altre cose che V.S. ha mandato. Si manda in contra cambio alcune altre cose, come lei potrà vedere, e in particolare si mandano alcune cose per i putti, ciò a cappelli e panno che vagliene fino a trenta scudi. Mando ancora alquanti libri per vendere, perchè ne abbiamo stampati troppi, e non si sono potuti smaltire; onde io ci resto sotto di molti scudi. V.S. potrà per mezzo di qualche suo fidato mandarne alle città vicine, come Orvieto, Acquapendente, Siena, Perugia e altri luoghi vicini, che non dubito si venderanno bene. Qui si sono dati ai librari per due giuli l'uno e loro poi li hanno venduti venticinque e trenta baiocchi. V.S. li farà dare al meglio che si potrà.
Ho promesso al Sig.r Giuseppe Vignanesi cinquanta scudi per aiutare a maritare una sorella di Lionoro, mio palafreniere. Se pare a V.S. di offrirgli da parte mia cento libri, i quali forse si potrebbero vendere così, con nome che sono donati per aiuto della dote di quella figliola, mi rimetto a lei. Ma se non gli pare che in Montepulciano si sappia questa vendita, V.S. li mandi fuori, come ho detto, e i denari li terrà per se a conto di quelli che gli ho da mandare questo Natale. Ma quando fossero in buona quantità, avrò caro si diano i cinquanta o meno al Sig.r Giuseppe per il servizio già detto. Si potrebbe anche far partito con un libraio solo in Siena, il quale poi li manderebbe dove gli paresse, perchè anche in Fiorenza e Pisa si venderebbero bene. Io scrissi a V.S. che non mandasse vino, sin che io lo domandasse, perchè ne avevo ancora molti fiaschi e perchè l'inverno è meglio il chiarello e la centola che il vino di Montepulciano. Tuttavia la ringrazio; ma non mandi più, se io non lo domando. Con questo saluto tutti di casa. Di Roma li 20 di novembre 1606.
fratello di V.S. aff.mo il Cardinale Bellarmino.