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− | + | Ho promesso al Sig.r [[Name::Giuseppe Vignanesi]] cinquanta scudi per aiutare a maritare una sorella di [[Name::Lionoro]], mio palafreniere. Se pare a V.S. di offrirgli da parte mia cento libri, i quali forse si potrebbero vendere così, con nome che sono donati per aiuto della dote di quella figliola, mi rimetto a lei. Ma se non gli pare che in Montepulciano si sappia questa vendita, V.S. li mandi fuori, come ho detto, e i denari li terrà per se a conto di quelli che gli ho da mandare questo Natale. Ma quando fossero in buona quantità, avrò caro si diano i cinquanta o meno al Sig.r Giuseppe per il servizio già detto. Si potrebbe anche far partito con un libraio solo in Siena, il quale poi li manderebbe dove gli paresse, perchè anche in Fiorenza e Pisa si venderebbero bene. Io scrissi a V.S. che non mandasse vino, sin che io lo domandasse, perchè ne avevo ancora molti fiaschi e perchè l'inverno è meglio il chiarello e la centola che il vino di Montepulciano. Tuttavia la ringrazio; ma non mandi più, se io non lo domando. Con questo saluto tutti di casa. | |
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Molto ill.re Sig.r fratello. Si è ricevuto il vino e le altre cose che V.S. ha mandato. Si manda in contra cambio alcune altre cose, come lei potrà vedere, e in particolare si mandano alcune cose per i putti, ciò a cappelli e panno che vagliene fino a trenta scudi. Mando ancora alquanti libri per vendere, perchè ne abbiamo stampati troppi, e non si sono potuti smaltire; onde io ci resto sotto di molti scudi. V.S. potrà per mezzo di qualche suo fidato mandarne alle città vicine, come Orvieto, Acquapendente, Siena, Perugia e altri luoghi vicini, che non dubito si venderanno bene.
Qui si sono dati ai librari per due giuli l'uno e loro poi li hanno venduti venticinque e trenta baiocchi. V.S. li farà dare al meglio che si potrà.
Ho promesso al Sig.r Giuseppe Vignanesi cinquanta scudi per aiutare a maritare una sorella di Lionoro, mio palafreniere. Se pare a V.S. di offrirgli da parte mia cento libri, i quali forse si potrebbero vendere così, con nome che sono donati per aiuto della dote di quella figliola, mi rimetto a lei. Ma se non gli pare che in Montepulciano si sappia questa vendita, V.S. li mandi fuori, come ho detto, e i denari li terrà per se a conto di quelli che gli ho da mandare questo Natale. Ma quando fossero in buona quantità, avrò caro si diano i cinquanta o meno al Sig.r Giuseppe per il servizio già detto. Si potrebbe anche far partito con un libraio solo in Siena, il quale poi li manderebbe dove gli paresse, perchè anche in Fiorenza e Pisa si venderebbero bene. Io scrissi a V.S. che non mandasse vino, sin che io lo domandasse, perchè ne avevo ancora molti fiaschi e perchè l'inverno è meglio il chiarello e la centola che il vino di Montepulciano. Tuttavia la ringrazio; ma non mandi più, se io non lo domando. Con questo saluto tutti di casa.
Di Roma li 20 di novembre 1606.
fratello di V.S. aff.mo
il Cardinale Bellarmino.