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Se.mo Sig.r mio oss.mo.
Vedo, che troppo spesso affatico V.A.S.ma con mie raccomandazioni, ma questa volta spero che mi perdonerà volentieri trattandosi di vedova, e pupilli, la causa di quali sono raccomandate da Dio spesso nella S.a Scrittura a principi, e sig.ri della terra. La vedova del Cav.re Buratti, e i pupilli suoi figlioli hanno una lite nel tribunale degli otto, che dura già un anno e mezzo con grande spesa e travaglio loro. Supp.co V.A. che sia servita ordinare, che la detta causa si spedisca quanto prima sia possibile, nonostante la diligenza degli avversari che procurano tirarla in lungo, e confido che Dio, che si degna chiamarsi padre degli orfani, e giudice delle vedove, darà a V.S. degna mercede di questa buona opera. Con che facendole riverenza le prego da Dio ogni felicità. Di Roma il di 21 d 'ottobre 1606.
Di V.A. Ser.ma
umiliss.o e devotiss.o servitore
il card.le Bellarmino .
Ser.mo Gran Duca.
Al Ser.mo Sig.r mio oss.mo, il Gran Duca di Toscana.