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Rome,19 mai 1606.
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Molto Rev.do Padre mio. Mi congratulo con V.R. che abbia passata così felicemente la quaresima prossima, e che con si utili fatiche si apparecchi al passaggio di Terra santa, il quale ormai non dovrà differirsi troppo. Ho grande invidia alle sue fatiche, perchè mi paiono di grandissimo guadagno e pochissimo pericolo, dove che le mie sono tutto al contrario di guadagno picciolo e in certo, e di pericolo grande e manifesto. Una sola consolazione mi resta, che essendo servi di Dio, ci conviene fare a suo modo, e stare dov'esso ci pone, al quale piace sopra ogn'altra cosa la semplice e umile obbedienza. Già V.R. deve essere in Palermo, e godersi non solo la compagnia di tanti buoni padri,che saranno venuti alla congregazione provinciale, ma anche talvolta la presenza di monsignor Ill.mo di Monreale, prelato, come lei una volta mi scrisse, e io ho provato con esperienza, di singolare bontà e valore, quale può essere così esempio a molti altri. Noi qua stiamo in grande sollecitudine per le cose di Venezia, le quali pigliano ogni giorno piega peggiore, e se Dio non rimedia con la sua infinita sa pienza, saranno causa di qualche gran male. Mi raccomando di cuore alle sue sante orazioni. Di Roma li 19 di maggio 1606.<lb/>
 
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/y plice et humil obedienza. Gi� V.R. deve essere in Palermo, e goder si non solo la compagnia di tanti buoni padri,che saranno venuti alla congregatione provinciale, ma anco talvolta la presentia di monsignor 111^^ di Monreale, prelato,come lei una volta mi scrisse, et io h� provato con esperienza, di singolare bont� et valore, qua-
 
/ ^ l e pu� essere cost� essempio a molti altri. Noi qua stiamo in gran de sollecitudine per le cose di Venetia, le quali pigliano ogni giorno piega peggiore, e se Dio non rimedia con la sua infinita sa pienza, saranno causa di qualche gran male. MI raccomando di cuore alle sue sante orationi. Di Roma li 19 di maggio 1606. Di V.R. Servo in Christo Roberto card.Bellarmino.
 
 
 
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Molto Rev.do Padre mio. Mi congratulo con V.R. che abbia passata così felicemente la quaresima prossima, e che con si utili fatiche si apparecchi al passaggio di Terra santa, il quale ormai non dovrà differirsi troppo. Ho grande invidia alle sue fatiche, perchè mi paiono di grandissimo guadagno e pochissimo pericolo, dove che le mie sono tutto al contrario di guadagno picciolo e in certo, e di pericolo grande e manifesto. Una sola consolazione mi resta, che essendo servi di Dio, ci conviene fare a suo modo, e stare dov'esso ci pone, al quale piace sopra ogn'altra cosa la semplice e umile obbedienza. Già V.R. deve essere in Palermo, e godersi non solo la compagnia di tanti buoni padri,che saranno venuti alla congregazione provinciale, ma anche talvolta la presenza di monsignor Ill.mo di Monreale, prelato, come lei una volta mi scrisse, e io ho provato con esperienza, di singolare bontà e valore, quale può essere così esempio a molti altri. Noi qua stiamo in grande sollecitudine per le cose di Venezia, le quali pigliano ogni giorno piega peggiore, e se Dio non rimedia con la sua infinita sa pienza, saranno causa di qualche gran male. Mi raccomando di cuore alle sue sante orazioni. Di Roma li 19 di maggio 1606.
Di V.R.
Servo in Cristo
Roberto card. Bellarmino.