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Rome,22 mars 1606.
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Molto Rev.do Padre come fratello. Essendo piaciuto alla Santità di Nostro Signore di caricarmi del peso di protettore di cotesta sacra congregazione de Celestini, ho cominciato subito a trattare con sua Beatitudine del bene comune di essa congregazione, e avendo discorso insieme dell'elezione dell'abate generale e officiali, la Santità Sua mi ha ordinato che io scriva le cose seguenti:<lb/>
 
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E prima, che si contenta per intercessione mia che non si dia per il prossimo capitolo generale alcuno presidente di fuori, ma che sia presidente quello a chi tocca,secondo le costituzioni e usanza antica della religione. Di più, acciò l'elezione dell'abate generale e degli altri officiali sia libera et senza passione, ordina e comanda Sua Santità, sotto pena di scomunica, latae sententiae, che non si aprano le lettere che probabilmente si può giudicare che siano di favore e vengano drizzate al capitolo generale o a qualsivoglia monaco particolare, sino a tanto non sia fatta l'elezione di tutti gli officiali, e, quando fosse dubbio che qualche lettera sia di favore d'altro negozio massime importante, si deputi un religioso di buona coscienza e discreto che apra le tali lettere e, se non siano di favore, le diano a chi vanno, altrimenti le tenga nascoste,sotto la medesima pena, fino all'essere finito il capitolo generale. E perchè s'intende che non solo vengono lettere, ma anche uomini apposta per praticare e per aiutare alcuno al generalato o altri offici della religione. Sua Santità ordina e comanda, sotto la medesima pena, che, durante l'elezione dell'abate e altri officiali, non si amettano persone secolari dentro del convento, ne anche in detto tempo escano fuori i servitori del monastero, se non in casi di necessità, e allora se gli ordini sotto gravi pene che non portino dentro ambasciate appartenenti all'elezione. V.P. procurerà che questi ordini si notifichino
553 Bellarmin � l'abb� g�n�ral des C�lestine.
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/ Molto Rev^� a^Padre come fratello. Essendo piaciuto alla San tit� di Nostro Signore di caricarmi del peso di protettore di cotesta sacra congregatione de Celestini, h� cominciato subito trattare con sua Beatitudine del bene commune di essa congregatione, et havendo discorso insieme dell'elettione dell'abbate genera le et officiali, la Santit� Sua mi h� ordinato che io scriva le co se seguenti: E prima, che si contenta per intercessione mia che non si dia per il prossimo capitolo generale alcuno presidente di fuora, ma che sia presidente quello chi tocca,secondo leconstitutioni et usanza antica della religione. Di pi�, acci� l'elettione dell'ab bate generale et degli altri offitiali sia libera et senza passio ne, ordina et comanda Sua Santit�,sotto pena di scommunica,latae sententiae, che non s'aprino le lettere che probabilmente si pu� giudicare che siano di favore et vanghino drizzate al capitolo ge nerale � � qualsi voglia monacho particolare, sino tanto non sia fatta l'elettione di tutti gl'offitiali, et,quando fosse dubio che qualche lettera sia di favore d'altro negotio massime importante, si deputi un religioso di buona conscienza et discreto che apra le
 
^^7 tali lettere et, se non siano di favore, le diano chi vanno, altriment� le tenga nascoste,sotto la medesima pena, fin'all'essere finito il capitolo generale. Et perche s'intende che non solo gvengono lettere, ma anco huomini � posta per praticare et per aiutare alcuno al generalato altri offitii della religione. Sua Santit� ordina et comanda,sotto la medesima pena, che,durante l'elettione dell'abbate et altri offitiali, non si admettino persone secolari dentro del convento, ne anco in detto tempo eschino fuora li ser vitori del monasterio, se non in casi di necessit�, et all'hora se gli ordini sotto gravi pene che non portino dentro ambasciate appartenenti all'elettione. V.P. procurer� che questi ordini si noti-
 

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Molto Rev.do Padre come fratello. Essendo piaciuto alla Santità di Nostro Signore di caricarmi del peso di protettore di cotesta sacra congregazione de Celestini, ho cominciato subito a trattare con sua Beatitudine del bene comune di essa congregazione, e avendo discorso insieme dell'elezione dell'abate generale e officiali, la Santità Sua mi ha ordinato che io scriva le cose seguenti:
E prima, che si contenta per intercessione mia che non si dia per il prossimo capitolo generale alcuno presidente di fuori, ma che sia presidente quello a chi tocca,secondo le costituzioni e usanza antica della religione. Di più, acciò l'elezione dell'abate generale e degli altri officiali sia libera et senza passione, ordina e comanda Sua Santità, sotto pena di scomunica, latae sententiae, che non si aprano le lettere che probabilmente si può giudicare che siano di favore e vengano drizzate al capitolo generale o a qualsivoglia monaco particolare, sino a tanto non sia fatta l'elezione di tutti gli officiali, e, quando fosse dubbio che qualche lettera sia di favore d'altro negozio massime importante, si deputi un religioso di buona coscienza e discreto che apra le tali lettere e, se non siano di favore, le diano a chi vanno, altrimenti le tenga nascoste,sotto la medesima pena, fino all'essere finito il capitolo generale. E perchè s'intende che non solo vengono lettere, ma anche uomini apposta per praticare e per aiutare alcuno al generalato o altri offici della religione. Sua Santità ordina e comanda, sotto la medesima pena, che, durante l'elezione dell'abate e altri officiali, non si amettano persone secolari dentro del convento, ne anche in detto tempo escano fuori i servitori del monastero, se non in casi di necessità, e allora se gli ordini sotto gravi pene che non portino dentro ambasciate appartenenti all'elezione. V.P. procurerà che questi ordini si notifichino
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