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Molto ill.re Sig.r fratello. Le medaglie non sono benedette, ma sono monete che da il Papa a cardinali il giorno che piglia il possesso in S.to Giovanni Laterano.
Qua sempre si è stimato che il Sig.r Lelio dovrebbe prima mandare le scritture, e se queste non giovano, venire, e così dice ancora m Valerio, il quale aggiumge che, se il Sig.r Lelio viene, bisognerà che si trattenga lungo tempo. Tuttavia, quando sia per otto o dieci giorni, non mancherà di tenerlo in casa e dargli la tavola, massime se viene dopo l'ottava di Pasqua, perchè andremo a stare nel palazzo di Maria in Trastevere, dove ci è più comodità di stanze che non a qua in palazzo del Papa.
Dei denari dati a madonna Camilla resto soddisfatto.
Marcello mi ha mandato la lettera del card.di Siena et di Gasparre scritte a Lui; et non mi scrive niente a che effetto le mandi. Questo non serve ad altro che è pagar porti di lettere. Se vi pare che le rimandi, le rimanderò; se non, le straccierà. Gasparre partì ieri per tornare a casa. Ho visto il memoriale di Popilio Egidi e dubitiamo che abbia il torto, perchè non doveva, quando vendette il palazzo, pigliare per prezzo cose dotali, che hanno mille privilegi; ne è bene che io gravi il Gran Duca in cose ingiuste e che saranno forse dannose, perchè nella revisione della causa ci andranno delle spese e forse indarno. M Valerio considererà bene il caso; e se sarà degno di raccomandazione al Gran Duca, si raccomanderà. Non rispondo al Sig.r Lelio Mancini, perchè non ho a che dire. V.S. potrà fare la scusa e accennargli quanto scrivo a lei. Iddio sia con tutti. Di Roma li 10 di marzo 1606.
fratello aff.mo di V.S.
il Card. Bellarmino.