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Molto Ill.re Sig.r fratello. E stato qua questa mattina Sig.r card. Tarugi, e mi ha fatto istanza che dia Cinzia sorella di Angelo per moglie al Sig.r Marcello Benci fratello del Sig.r Spinello et figliolo della Sig.ra Caterina nipote di esso Sig.r cardinale. E dicendogli io che il partito mi piace, ma che la difficoltà sarà nella dote, perchè lei ha poco, ne so se Angelo vorrà dargli la sua parte, e io posso dar poco, venendo appresso quattro figliole vostre, esso ha detto che sa che la roba di Angelo e di Cinzia non passa mille cinquecento scudi, e vorrebbe che io aggiungessi altro tanto. Io dubito che la figliola forse non sia vivace, e sarebbe bene aspettare un poco più, perchè tutti li figlioli di Ustochia sono morti avanti i venti anni. E poi non posso dare mille cinquecento scudi senza far danno a V.S. in due modi: primo, perchè non avrò che darvi per un pezzo, e poi, perchè le vostre figliole non avranno tanto, lo credo che farò assai a dargli cinquecento scudi, e che la dote in tutto arrivi a duemila scudi. Desidero che V.S. ci pensi bene e mi scriva il suo parere. Di Roma li 24 di dicembre 1605. <lb/>
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Molto Ill.re Sig.r fratello. E' stato qua questa mattina Sig.r card. Tarugi, e mi ha fatto istanza che dia Cinzia sorella di Angelo per moglie al Sig.r Marcello Benci fratello del Sig.r Spinello et figliolo della Sig.ra Caterina nipote di esso Sig.r cardinale. E dicendogli io che il partito mi piace, ma che la difficoltà sarà nella dote, perchè lei ha poco, ne so se Angelo vorrà dargli la sua parte, e io posso dar poco, venendo appresso quattro figliole vostre, esso ha detto che sa che la roba di Angelo e di Cinzia non passa mille cinquecento scudi, e vorrebbe che io aggiungessi altro tanto. Io dubito che la figliola forse non sia vivace, e sarebbe bene aspettare un poco più, perchè tutti i figlioli di Ustochia sono morti avanti i venti anni. E poi non posso dare mille cinquecento scudi senza far danno a V.S. in due modi: primo, perchè non avrò che darvi per un pezzo, e poi, perchè le vostre figliole non avranno tanto, lo credo che farò assai a dargli cinquecento scudi, e che la dote in tutto arrivi a duemila scudi. Desidero che V.S. ci pensi bene e mi scriva il suo parere. Di Roma li 24 di dicembre 1605. <lb/>
 
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Il Card. Bellarmino.
 
Il Card. Bellarmino.

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Molto Ill.re Sig.r fratello. E' stato qua questa mattina Sig.r card. Tarugi, e mi ha fatto istanza che dia Cinzia sorella di Angelo per moglie al Sig.r Marcello Benci fratello del Sig.r Spinello et figliolo della Sig.ra Caterina nipote di esso Sig.r cardinale. E dicendogli io che il partito mi piace, ma che la difficoltà sarà nella dote, perchè lei ha poco, ne so se Angelo vorrà dargli la sua parte, e io posso dar poco, venendo appresso quattro figliole vostre, esso ha detto che sa che la roba di Angelo e di Cinzia non passa mille cinquecento scudi, e vorrebbe che io aggiungessi altro tanto. Io dubito che la figliola forse non sia vivace, e sarebbe bene aspettare un poco più, perchè tutti i figlioli di Ustochia sono morti avanti i venti anni. E poi non posso dare mille cinquecento scudi senza far danno a V.S. in due modi: primo, perchè non avrò che darvi per un pezzo, e poi, perchè le vostre figliole non avranno tanto, lo credo che farò assai a dargli cinquecento scudi, e che la dote in tutto arrivi a duemila scudi. Desidero che V.S. ci pensi bene e mi scriva il suo parere. Di Roma li 24 di dicembre 1605.
fratello di V.S. aff.mo
Il Card. Bellarmino.
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Al molto ill.re Sig.r fratello
il Sig.r Tommaso Bellarmini
Montepulciano