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La lettera umaniss.ma che V.M.tà C.ca si è degnata scrivermi con l'occasione della sede vacante mi è capitata otto giorni dopo la creazione del papa, onde se bene non mi è venuta in tempo, ne mi era stato prima accennato altro, nondimeno non si era mancato per me di servire a V. M.tà si come potrà aver inteso, poichè per molti rispetti mi sento obbligato di farlo, e lo farò sempre, sapendo che V.M. C.ca non desidera altro che il servizio di Dio N.S et di sua S.ta Chiesa. Supplico la
 
La lettera umaniss.ma che V.M.tà C.ca si è degnata scrivermi con l'occasione della sede vacante mi è capitata otto giorni dopo la creazione del papa, onde se bene non mi è venuta in tempo, ne mi era stato prima accennato altro, nondimeno non si era mancato per me di servire a V. M.tà si come potrà aver inteso, poichè per molti rispetti mi sento obbligato di farlo, e lo farò sempre, sapendo che V.M. C.ca non desidera altro che il servizio di Dio N.S et di sua S.ta Chiesa. Supplico la

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Sacra M.tà Cat.ca
La lettera umaniss.ma che V.M.tà C.ca si è degnata scrivermi con l'occasione della sede vacante mi è capitata otto giorni dopo la creazione del papa, onde se bene non mi è venuta in tempo, ne mi era stato prima accennato altro, nondimeno non si era mancato per me di servire a V. M.tà si come potrà aver inteso, poichè per molti rispetti mi sento obbligato di farlo, e lo farò sempre, sapendo che V.M. C.ca non desidera altro che il servizio di Dio N.S et di sua S.ta Chiesa. Supplico la M.tà V. a tenermi in sua buona grazia, rendendosi certa, che non cederò mai a qualsivoglia servitore devoto, che ella abbia in questa corte in desiderio di servirla, e obbedirla sempre, e se non potrò dimostrarlo in altro, non lascierò almeno di pregare di continuo, come ora faccio, per la lunga, e felice vita di V.M. alla quale umilm.te faccio riverenza. Di Roma il di XI d'Aprile 1605.
Di V.M.tà Cat.ca
umiliss.o e divotiss.o servitore
il Card.le Bellarmino.
Alla Sacra Maestà Cattolica.