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Capua,20 aout 1604.

Bellarmin � Anto�ne Angelucci.

422

/ 111^^ et molto Sig come fratello. Sono stati da me il canonico Maoarp, et il canonico ^oce, et mi hanno proposto un modo per accommodare l'archidiaconato, et la penitentiaria di questa nostra chiesa di Capua: il quale se fusse lecito, et se piacesse ^^anco � V.S. questo negotio saria terminato assai bene. Il modo �, che quattro persone renuntiassero in mano mia certi loro benefitii, ci� � V.S. l'archidiaconato, il canonico Noce et il canonico Macaro li loro canonicati, et Don Fulvio di Cionte due suoi benfitii sem plici; et io poi conferisse � V.S. li benefitii semplici di Don Fulvio, al canonico Noce l'archidiaconato, al canonico Macaro il canonicato di Noce, et � Don Fulvio il canonicato di Macaro, et in sieme facesse Macaro penitentiero (perche Don Benedetto non � piu in se, et non pu� stare � morire) et applicasse alla penitentiaria l'istessa prebenda, che � migliore, et manco gravata di pensione, /^^che non � quella dell'archidiacono. A questo io ho opposto due co se, prima che io non posso dare benefitii � chi ne ha uno che bas ta,� due; et cosi non posso dare l'archidiaconato � Noce, il quale ha due,� tre altri benefitii; ne potrei dare due benefitii sempli ci � V.S. havendo lei qualche altro benefitio, ma in questo ci bisognaria dispenza del Papa, et fare spese in speditioni di bolle. Secondo, che non sappiamo, se questo sia lecito, ci� � renuntiare in mano dell'Ordinario con speranza certa di bavere un 'altro bene fitio migliore, et che il suo si dia ad un tale, perche questo pa re che sia un renunciare in favorem. Un'altro modo occorreva di -^^giustificare questo negotio, et era,che Don Francesco Macaro mutas se i due benefitii con l'archidiaconato di V.S.,et poi l'istesso mutasse l'archidiaconato c�n il canonicato di don Camillo Noce; et cosi si haveria l'istesso intento, che l'archidiaconato venisse in mano di un Capuano ben nato et idoneo, et la penitentiaria fusse ben provista, et venisse in mano di Macaria,[che) � il miegliore