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Capone, 30 mai 1603. Bellarmin � son fr�re Thomas.
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.... Quello<ref>Bartoli, D., ''[https://books.google.it/books?id=QbZcCYAATvQC&newbks=1&newbks_redir=0&dq=bartoli%20vita%20Bellarmino&hl=it&pg=PA310#v=onepage&q&f=false Della vita di Roberto cardinal Bellarmino arciuescouo di Capua della Compagnia di Giesu' scritta dal padre Daniello Bartoli. Della medesima Compagnia. Libri quattro]''. Nicolò Angelo Tinassi, 1678, Lib III, 310.</ref> poi che ho scritto, di non voler [[Semantic content:: Paupertas|arricchire]] parenti, se vi dispiace, è segno che vorreste vedere me dannato all'inferno, purchè voi steste bene di qua. Leggete il primo capitolo de Reformatione della sessione ultima del Concilio di Trento: "Omnino sacra synodus episcopis interdicit, ne ex reditibus Ecclesiae consanguineos, familiaresve suos augere studeant; cum et Apostolorum canones prohibeant, ne res ecclesiasticas, quae Dei sunt, consanguineis donent, sed si [[Semantic content::Paupertas|pauperes]] sint, iis ut [[Semantic content:: Paupertas|pauperibus]] distribuant."<ref>[http://www.documentacatholicaomnia.eu/03d/1545-1545,_Concilium_Tridentinum,_Canons_And_Decrees,_EN.pdf#page=182]. ''Concilium Tridentinum Canons and Decrees.''</ref> E poco più a basso dice l'istesso concilio, che questo medesimo hanno da osservare i Cardinali. Se alcuni altri hanno fatto altrimenti, a me non importa. La mia legge sono i sacri Canoni, e non gli esempi degli altri. Il beato [[Name::Giustiniani, Lorenzo|Lorenzo Giustiniani]], patriarca di Venezia,<ref> Vedi [https://www.treccani.it/enciclopedia/lorenzo-giustiniani_%28Dizionario-Biografico%29/ Dizionario Biografico degli Italiani].</ref> più volte pregato dal fratello, che l'aiutasse a maritar le figliuole, gli rispose, che la roba della chiesa era dei [[Semantic content:: Paupertas|poveri]], e che in quella città v'erano de più poveri di lui. Se avrete l'animo composto e benordinato verso Dio, Iddio vi aiuterà ed io non mancherò in quello, che sarà giusto e onesto, e che lo comporti la coscienza: se vi parrà di fare altrimenti, siate sicuro, che io non sono innamorato dei parenti, e già ho fatto quello che comanda l'istesso Concilio nell'istesso luogo dicendo: "quam maxime potest eos sanata Synodus monet, ut omnem humanum hunc erga fratres, nepotes, propinquosque, carnis affectum, unde multorum malorum in ecclesia seminarium extat, penitus deponant."<ref>[http://www.documentacatholicaomnia.eu/03d/1545-1545,_Concilium_Tridentinum,_Canons_And_Decrees,_EN.pdf#page=182].</ref>
 
 
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JT era synodus episcopis interdicit, ne ex reditibus Ecclesiae consanguineos, familiaresve suos augere studeant; cum et Apostolorum canones prohibeant, ne res ecclesiasticas,quae Dei sunt, consanguineis donent, sed si pauperes sint, iis ut pauperibus distribuant." E poco pid a basso dice l'istesso concilio, che questo medesimo hanno da osservare i Cardinali. Se alcuni altri hanno fatto altri menti, me non importa. La mia legge sono i sacri Canoni, e non gli esempi degli altri. Il beato Lorenzo Giustiniani,patriarca di Venezia, pi� volte pregato dal fratello, che l'ajutasse a maritar le figliuole, gli rispose, che la robba della dhiesa era de'poveri, e che in quella citt� v'erano de pi� poveri di lui. Se avrete l'animo composto e ben'ordinato verso Dio, Iddio vi aiutar� ed io non mancar� in quello, che sara giusto e onesto, e che lo comporti la coscienza: se vi parr� di fare altrimenti, siate sicuro, che io non sono innamorato de'parenti, e gi� ho fatto quello che comanda l'istesso Concilio nell'istesso luogo dicendo: "quam maxime potest eos sanata Synodus monet, ut omnem humanum hunc erga fratres, nepotes, propinquosque, carnis affectum, unde multorum malorum in ec clesia seminarium extat, penitus deponant."
 
 
 
[ Bartoli, Vita, lib.III,c.VI,p.310, d'apr�s l'originai; Positio ^^^t.II,pars II,p.132; Couderc, op.cit. t.II,p.230=231: trad.partiel-
 
le avec la date fautive du 3 mai.]
 
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.... Quello[1] poi che ho scritto, di non voler arricchire parenti, se vi dispiace, è segno che vorreste vedere me dannato all'inferno, purchè voi steste bene di qua. Leggete il primo capitolo de Reformatione della sessione ultima del Concilio di Trento: "Omnino sacra synodus episcopis interdicit, ne ex reditibus Ecclesiae consanguineos, familiaresve suos augere studeant; cum et Apostolorum canones prohibeant, ne res ecclesiasticas, quae Dei sunt, consanguineis donent, sed si pauperes sint, iis ut pauperibus distribuant."[2] E poco più a basso dice l'istesso concilio, che questo medesimo hanno da osservare i Cardinali. Se alcuni altri hanno fatto altrimenti, a me non importa. La mia legge sono i sacri Canoni, e non gli esempi degli altri. Il beato Lorenzo Giustiniani, patriarca di Venezia,[3] più volte pregato dal fratello, che l'aiutasse a maritar le figliuole, gli rispose, che la roba della chiesa era dei poveri, e che in quella città v'erano de più poveri di lui. Se avrete l'animo composto e benordinato verso Dio, Iddio vi aiuterà ed io non mancherò in quello, che sarà giusto e onesto, e che lo comporti la coscienza: se vi parrà di fare altrimenti, siate sicuro, che io non sono innamorato dei parenti, e già ho fatto quello che comanda l'istesso Concilio nell'istesso luogo dicendo: "quam maxime potest eos sanata Synodus monet, ut omnem humanum hunc erga fratres, nepotes, propinquosque, carnis affectum, unde multorum malorum in ecclesia seminarium extat, penitus deponant."[4]