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Di Capua li 22 di Marzo 1603. | Di Capua li 22 di Marzo 1603. |
Latest revision as of 17:09, 28 August 2023
Beatiss.o Padre.
Venendo l'Angelucci già mio Vicario a baciar li piedi alla S.tà V. ho voluto con queste poche righe accompagnarlo, e raccomandarlo alla benignità di V.B., perchè essendo stato meco per un'anno intero, e avendo fatto insieme la visita locale e personale di tutta la diocesi, mi è parso averlo conosciuto di molto valore e merito. Et siccome io faccio fede del valore del Vicario, così il Vicario potrà far fede delle molte imperfezioni mie, perchè in vero trovandomi pieno di anni e voto di virtù, vechio di tempo e nuovo di esperienza, ogni di più provo esser vero quello che l'Apostolo dice del Pontefice, quoniam et ipse circumdatus est infirmitate.[1] Alla S.tà V. come Principe dei pastori, al quale il Signore ha detto, confirma fratres tuos,[2] tocca di avermi compassione, e drizzarmi con avisi et orazioni, quando per sorte intende, che non cammino bene. Con questa fiducia pigliai questo gran peso, e con la medesima lo porto. E per fine, prego da Dio alla S.tà V. lunga e feliciss.a vita, e gli bacio con ogni umiltà e riverenza i santissimi piedi.
Di Capua li 22 di Marzo 1603.