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dogmi, ma in cercare il sentimento comune della Chiesa, e massime dei vescovi, e Dottori: e per questo per ordinario i sommi Pontefici, cominciando da S. Pietro, si sono serviti dei Concili per determinare la verità della fede<ref>Qui emerge la questione dell'infallibilità papale, su cui si veda https://it.cathopedia.org/wiki/Infallibilit%C3%A0_pontificia</ref>. Anzi dirò di più, che molti Pontefici senza faticarsi in studiare, hanno felicemente dannato molti errori con l'aiuto dei Concili, e dell'Accademie; e altri con molto studiare, hanno messo in gran travaglio se stessi e la Chiesa. Sia esempio [[citesName::Leone X|Leone X]], che non studiò molto per condannare l'eresie luterane, ma gli bastò approvare le risoluzioni fatte dall'Università cattoliche. Colonia, Lovanio, ed altre. [[citesName::Paolo III|Paolo III]], [[citesName::Giulio III|Giulio III]], e [[citesName::Pio IV|Giulio III]] senza dubbio poco fatica misero in studiare, e nondimeno con l'aiuto del Concilio di Trento chiarirono importantissime verità. E così testifica anche [[citesName::S.Agostino|S.Agostino]], che [[citesName::Innocenzo|Innocenzo]], e [[citesName::Zosimo|Zosimo]] dannarne per tutto il mondo l'eresia Pelagiana, cooperantibus Conciliis Africanis. Per il contrario [[citesName::Giovanni XXII|Giovanni XXII]], essendosi persuaso che l'anime sante non vedano l'essenza divina, e pensando, che questa fosse la sentenza de S. Agostino, procurò stabilire questa sua opinione, e non mise il negotio in Consulta pubblica del concilio, e dell'Accademie, perchè sapeva, che l'Accademia Parigina gli era contraria, ma attendeva a trovar luoghi di S. Agostino, e, come scrive il Villano, dava benefici a chi gli portava testimoni di S. Agostino conformi alla sua opinione; e per questo pochi ardivano parlargli liberamente, ed esso chiudeva le porte della verità a se stesso. Finalmente in dieci otto anni di pontificato non arrivò al suo intento, perchè l'assistenza divina, che ha la S.Sede, non permise, che facesse decreto contrario alla verità, e subito che fu morto, il successore fece decreto conforme al sentimento comune de Dottori. La S.tà V.ra sa ancora il pericolo, nel quale messe se stesso, e tutta la Chiesa la Santa Mem. di [[citesName::Sisto V|Sisto V]], in voler correggere la Bibbia secondo il
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dogmi, ma in cercare il sentimento comune della Chiesa, e massime dei vescovi, e Dottori: e per questo per ordinario i sommi Pontefici, cominciando da S. Pietro, si sono serviti dei Concili per determinare la verità della fede<ref>Qui emerge la questione dell'infallibilità papale, su cui si veda https://it.cathopedia.org/wiki/Infallibilit%C3%A0_pontificia</ref>. Anzi dirò di più, che molti Pontefici senza faticarsi in studiare, hanno felicemente dannato molti errori con l'aiuto dei Concili, e dell'Accademie; e altri con molto studiare, hanno messo in gran travaglio se stessi e la Chiesa. Sia esempio [[Name::Leone X|Leone X]], che non studiò molto per condannare l'eresie luterane, ma gli bastò approvare le risoluzioni fatte dall'Università cattoliche. Colonia, Lovanio, ed altre. [[Name::Paolo III|Paolo III]], [[Name::Giulio III|Giulio III]], e [[Name::Pio IV|Giulio III]] senza dubbio poco fatica misero in studiare, e nondimeno con l'aiuto del Concilio di Trento chiarirono importantissime verità. E così testifica anche [[Name::S.Agostino|S.Agostino]], che [[Name::Innocenzo|Innocenzo]], e [[Name::Zosimo|Zosimo]] dannarne per tutto il mondo l'eresia Pelagiana, cooperantibus Conciliis Africanis. Per il contrario [[Name::Giovanni XXII|Giovanni XXII]], essendosi persuaso che l'anime sante non vedano l'essenza divina, e pensando, che questa fosse la sentenza de S. Agostino, procurò stabilire questa sua opinione, e non mise il negotio in Consulta pubblica del concilio, e dell'Accademie, perchè sapeva, che l'Accademia Parigina gli era contraria, ma attendeva a trovar luoghi di S. Agostino, e, come scrive il Villano, dava benefici a chi gli portava testimoni di S. Agostino conformi alla sua opinione; e per questo pochi ardivano parlargli liberamente, ed esso chiudeva le porte della verità a se stesso. Finalmente in dieci otto anni di pontificato non arrivò al suo intento, perchè l'assistenza divina, che ha la S.Sede, non permise, che facesse decreto contrario alla verità, e subito che fu morto, il successore fece decreto conforme al sentimento comune de Dottori. La S.tà V.ra sa ancora il pericolo, nel quale messe se stesso, e tutta la Chiesa la Santa Mem. di [[Name::Sisto V|Sisto V]], in voler correggere la Bibbia secondo il
 
suo proprio sapere. E io certo non so, se si è corso mai pericolo maggiore. B.mo Padre, non dico queste cose per divertirla dallo studio, ma per mettergli in consideratione, che questa via è troppo lunga, e in questo mezzo la Chiesa riceve grandissimo danno.
 
suo proprio sapere. E io certo non so, se si è corso mai pericolo maggiore. B.mo Padre, non dico queste cose per divertirla dallo studio, ma per mettergli in consideratione, che questa via è troppo lunga, e in questo mezzo la Chiesa riceve grandissimo danno.
 
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dogmi, ma in cercare il sentimento comune della Chiesa, e massime dei vescovi, e Dottori: e per questo per ordinario i sommi Pontefici, cominciando da S. Pietro, si sono serviti dei Concili per determinare la verità della fede[1]. Anzi dirò di più, che molti Pontefici senza faticarsi in studiare, hanno felicemente dannato molti errori con l'aiuto dei Concili, e dell'Accademie; e altri con molto studiare, hanno messo in gran travaglio se stessi e la Chiesa. Sia esempio Leone X, che non studiò molto per condannare l'eresie luterane, ma gli bastò approvare le risoluzioni fatte dall'Università cattoliche. Colonia, Lovanio, ed altre. Paolo III, Giulio III, e Giulio III senza dubbio poco fatica misero in studiare, e nondimeno con l'aiuto del Concilio di Trento chiarirono importantissime verità. E così testifica anche S.Agostino, che Innocenzo, e Zosimo dannarne per tutto il mondo l'eresia Pelagiana, cooperantibus Conciliis Africanis. Per il contrario Giovanni XXII, essendosi persuaso che l'anime sante non vedano l'essenza divina, e pensando, che questa fosse la sentenza de S. Agostino, procurò stabilire questa sua opinione, e non mise il negotio in Consulta pubblica del concilio, e dell'Accademie, perchè sapeva, che l'Accademia Parigina gli era contraria, ma attendeva a trovar luoghi di S. Agostino, e, come scrive il Villano, dava benefici a chi gli portava testimoni di S. Agostino conformi alla sua opinione; e per questo pochi ardivano parlargli liberamente, ed esso chiudeva le porte della verità a se stesso. Finalmente in dieci otto anni di pontificato non arrivò al suo intento, perchè l'assistenza divina, che ha la S.Sede, non permise, che facesse decreto contrario alla verità, e subito che fu morto, il successore fece decreto conforme al sentimento comune de Dottori. La S.tà V.ra sa ancora il pericolo, nel quale messe se stesso, e tutta la Chiesa la Santa Mem. di Sisto V, in voler correggere la Bibbia secondo il suo proprio sapere. E io certo non so, se si è corso mai pericolo maggiore. B.mo Padre, non dico queste cose per divertirla dallo studio, ma per mettergli in consideratione, che questa via è troppo lunga, e in questo mezzo la Chiesa riceve grandissimo danno.


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  1. Qui emerge la questione dell'infallibilità papale, su cui si veda https://it.cathopedia.org/wiki/Infallibilit%C3%A0_pontificia