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Ill.mo et Rev.mo Sig. e padrone mio colendissimo.
In questa diocesi è radicata siffattamente una opinione per cagione d'una predica già fatta da un frate in questo luogo, per quanto mi viene detto, che essendoci molte inimicizie e molti in bando per omicidi, parte con ragione mondana, parte per malizia, parte per difesa di propria vita commessi, venendo dopo moltissimi anni e disagi patiti con le famiglie loro per tali esili a chiedere perdono alle parti con ogni umiltà e con ogni promessa ancora per obbligo di scrittura pubblica di recarli qualunque soddisfazione ragionevole vogliono, e senza già mai offender loro o dipendenti di loro sangue e famiglie con cenni, parole e atto alcuno, con obbligo di severissima pena di roba e persona ad arbitrio del vescovo e successori suoi, quando però eglino non fossero maliziosamente dalle parti provocati; che con tutto ciò non è possibile ad ammollire alcuno di questi intorno alla pace e vi sono donne vecchie che fanno le sante e passano li dieci anni di offese e solo dicano: Io gli perdonavo col cuore, ma pace non la voglio fare in modo alcuno, perché basta questo; né se lo vedessi dormire l'offenderei un tantino. Io ho tentati tutti i mezzi possibili per indurre questi indurati a cristianamente piegarsi ma poco o nulla giova. Se esservi opinioni in questo dubbio e so ancora la maggior parte e di più approvati autori difendere asseverantemente cotali non doversi assolvere, non potendo io giudicare l'interno del cuore loro se non per alcun segno esterno. Anzi qui veggo il contrario, poiché sotto questa parola "Gl'ho perdonato col cuore" molti si sono confessati e comunicati, e fra tanto a parenti hanno minacciato e protestato male, se acconsentiranno a tale pace. So che santo Tommaso dottore angelico, nella seconda seconda, questione 83, articolo 8°, dice espressamente ch'è tenuto l'inimico perdonare all'altro quando gli chiede perdono, anzi amarlo, anzi giovargli anche con segni speciali; e nel terzo delle Sentenze, dist. 30 quest. 1, art. 2 ad 5.um dice, che Negare homini familiaritatis signa, quando ipse veniam petit, quando hostis non simulate et irrisorie faciat, charitati est adversum. Io dico, se la carità e la stessa grazia d'Iddio reipsa, licet nomine differat, ergo questi sono senza grazia e de industria e forse ex malitia, ergo So che
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