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Molto Ill.re Sig.r Fratello
La risoluzione che Angelo venga qua all'ottobre è buona, et io non voglio ingannare il mondo, occultando un nipote già di età e già ho detto al Papa lo stato di V. S. e che di sorelle non ho altri che un nipote. Ma ben desidero che questa estate non perda il tempo, ma si eserciti nei fondamenti di grammatica, e saria forse bene esercitarlo nella grammatica che qua usano i nostri padri, perché non fosse nuovo in questa sorte di grammatica. Se bisogna tenergli un maestro apposta, V. S. lo pigli a conto mio, perché non ho scrupolo di spender in Angelo, parendomi limosina.
Ho inteso che V. S. non lodò che si mandasse quel corriere a piede il giorno della promozione. Lei ha ragione, e il torto non è mio, ma di Mg. Domenico, che in questo mostrò il suo giudizio. Stando in quella furia di visite e rumori, mi disse Mg Domenico che era uno in ordine per correre e che desiderava mie lettere: così scrisse subito pensando che quello fosse il primo e corresse la posta. Poi la sera mi fu detto che non era il primo e che andava a piedi; e nondimeno gli diede 18 testoni, i quali toccano a pagarli a me. Ma non sarà questo l'ultimo errore di Mg. Domenico. Io non lo volevo in casa, e così procurai al principio destramente, ma non ci fu rimedio, perché venne da sé e pigliò la stanza; e, per esser veramente affezionato, non mi parse di mandarlo via. Poco appresso ha cominciato a immaginarsi che il Sig. Giuseppe non gli voglia bene, e così esso è il primo che comincia la disunione in casa. Ho procurato mettergli in considerazione la sua residenza al canonicato, e la mala stanza che ha qui in casa mia e che potria pigliar la parte e dormire in casa sua più comodamente; ma d'ogni cosa s'inombra. Avrò pazienza finché potrò. Ho conferito con nostro Sig.re del pigliar presenti; e abbiamo risoluto che non pigli cose di gran valuta da principi interessati né da cardinali; e così ho cominciato a fare. Nostro Sig.re ha promesso provedermi quanto prima. Mi raccomando a V. S. e alla consorte sua. Di Roma, li 2 d'aprile 1599.
Di V. S. molto Ill.re
fratello amorevolissimo per servirla
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