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Ser.ma Sig.ra mia oss.ma.
Ha fatto meco N. S. quello, ch'a dì miei, mai pensai, nonché meritai, creandomi Card.le et ha voluto in questo, mostrar al mondo, non la dignità della persona mia, ma la summa clemenza sua. Che, rallegrandosi meco V. A. con l'humaniss.a sua,[1] ne le rendo affett.me gratie, così delle cortesi offerte, fattemi a nome suo, dal S.r Cav.re Camillo Guidi. Piaccia al S. Dio, che possa corrispondere, con vivi effetti della servitù mia, al desiderio, c'ho d'impiegare tutto me stesso, in esseguire i comandamenti di V. A. de' qual aspetto il favore, et le baccio le mani, prigandole dal cielo, felicissima et contin. prosperità. Di Roma li 20 di Marzo 1599.
Di V.ra Alt.za Ser.ma
humiliss.o servitore.
il Card. Bellarmino.
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Alla Ser.ma Sig.ra mia oss.ma la Gran Duchessa di Toscana.

  1. Reference to a letter not collected in EBC.