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Car.mo Riveri.smo Padre
P.X.
Con grande mio dolore ho ricevuta la notizia,
che V.ra R.za sta molto male in salute, anzi quasi
disperato. Non so se sia vero o esaggerato; ma
comunque sia, io mi affreddo, di scrivere ancora
alcune righe e spero che giungano ancora in
mano al mio carissimo maestro. E troppo tempo,
da che non ho scritto più nessuna lettera a lei,
forse circa due anni. Temo che da questa circostanza
V.ra R.za tiri la conseguenza, che io le porti
poca affezione ossia poca gratitudine, e che
alcuni piccoli malintesi degli anni 1870 e 1871,
nei quali mi trovai tanto male ed irritabile,
mi abbiano portato quasi a rompere quei ligami,
che mi anno sempre tenuto in grande affezione
a lei. Non è niente di tale. Ho voluto già scrivere
molto prima per discrepare tali prevenzioni. Ora
lo debbo fare in tali tristi circostanze. Se al signore
piacera di chiamare a se V.ra R.za mi sara una
consolazione, che non sia partita quasi con animo
offero a me. E per dare il più sodo e sostanziale
pegno di carità, le prometto i suffragii al meno
tripli di quei che dovrei dice, se stassi ancora
là. Spero però che il signore alle altre nostre

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