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Finita la trasmissione ufficiale il manovratore ha aggiunto per conto suo "Pomella est tombè. Zitto!". Pomella è uno dei motoristi e sembra perduto.
La notizia di Pomella impressiona quelli che lo conoscevano, specialmente il De Martino. Il Col. Biffi si impressiona della fuga del dirigibile, sembra pensare che quei sette sono tutti periti. Ma è ben possibile che abbiano avuto il sangue freddo di arrampicarsi qualcuno sull'involucro e squarciarlo per cadere il più possibile agli altri. Forse il Pomella si è gettato, e male a proposito. I due scienziati sono probabilmente il Behounek e il Pontremoli, il giornalista è certo il Lago del Popolo d'Italia, l'attrezzatore non so.
Naturalmente i commenti e le ipotesi si moltiplicano per quanti sono gli ascoltatori.[1]
Per tutta la serata non c'è altro. Il comandante prepara la comunicazione da fare a Roma. Il capitano Larsen desidera partire. Ma c'è la complicazione dell'altro volatore Lützow di cui non si hanno notizie.

10 giugno Domenica
Durante la notte non sono venute altre comunicazioni dall'"Italia". Intanto Larsen è partito, e per quando io vado alla R.T. per sentir notizie - alle 7 - egli ha già raggiunto l'Hobby. Sembra che sia preoccupato per la mancanza di Lützow Holm che da più giorni non torna alla nave.

  1. Alle 10.32 del 25 maggio 1928 l'impacco col pack del dirigibile "Italia". La navicella di comando si fracassa e rimangono a terra Umberto Nobile e Natale Cecioni feriti con fratture; Giuseppe Biagi, Finn Malmgren, Adalberto Mariano, Felice Trojani, Alfredo Viglieri e Filippo Zappi sostanzialmente incolumi; il motorista Vincenzo Pomella risulta perito sul colpo. L'involucro allegerito del dirigibile si porta via e non verranno più ritrovati Renato Alessandrini, Ettore Arduino, Attilio Caratti, Calisto Ciocca, Ugo Lago e Aldo Pontremoli.