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A Novara [1]c'è una lunga fermata con gran folla, macchine fotografiche, fiori, firme, discorsi, saluti, grida e baci, dal popolo, dai signori, dalle autorità.
Avviso uno di non so qual Comitato che Nobile dalle 9.1/2 sta distribuendo strette di mano e firme, e sta ancora a digiuno, e non c'è modo di scendere. Fanno subito venire caffè latte burro panini, ma non c'è modo di prendere qualche cosa che quando il treno parte.
Nell'Emilia sono gruppi di operai specialmente che vengono ad acclamare i tornati. E' un entusiasmo incredibile. Si arrampicano sulla vettura e si contentano di stringere la mano ma vogliono baciare il Generale. Egli sostiene una fatica ben grave: e col braccio di poco guarito. Alle grida di Viva, Eia, e pianti ogni tanto si sente al grido "Dio vi ha protetto" Dio vi protegge "Dio vi protegga" - Bravi!
A Bologna due ore di fermata, ma non c'è modo di scendere e di mangiare. La folla si rinnova sempre e non si stanca mai. Gridano Viva a ciascuno.
Hanno riconoscito anche me. Non si fa che stringer mani e dispensar firme. Io cerco di star nascosto, ma non c'è modo di salvarsi. Il vagone è tutto infiorato - Hanno attaccato manifestini di saluto. [2]

Ci portano dei cestini in vettura e quando si parte

  1. Sicuramente un refuso, dovrebbe trattarsi di Verona.
  2. Da rimarcare il convinto ideale abbraccio degli italiani ai reduci della spedizione del dirigibile Italia.
    Folle oceaniche ed entusiasmo quantomeno pari all'accoglienza ricevuta a Napoli e restanti tappe nel rientro del 1926.