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<head>Molto R.do P. in Chr.o P.C.</head>
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<head>Molto <abbr>R.<hi rend="superscript">do</hi></abbr> <abbr>P.</abbr> in <abbr>Chr.o</abbr></head>
<p>Quasi nell'istesso tempo ho havuto il desiderato avviso dal Nostro Padre, e da <abbr>V.R.</abbr>, e dal nostro P. Prov.le, e P. <del>Rettore</del> di questo <add>Collegio</add>, che alla <nowiki>rinfrescata</nowiki> vada a Roma, per essere Compagno di V.R.; il che farò con gusto mio <unclear>indicibile</unclear>, p<hi rend="superscript">er</hi> potere <hi rend="underline">servire</hi> ad un tanto <gap/>grand'successo, et imparare da lui. L'inclusa ho consegnato Sig.re D. Carlo XX miglia, il quale l'ha ricevuto con sentimento di <sic>allegrezza</sic> particolare, e mi P. ha mostrato, e letto. La sua andata a <note>Roma</note> è stata impedita da uno tristissimo avvenimento, et è il seguente.</p> Alli 4 di Agosto stava egli in una seggitta avanti della sua casa, per vedere gioco di foco che per ordine suo si doveva fare avanti la Casa in honore della B.V. Maria ad Nives; stava in mezzo di molta gente un cocchio di due muli, li quali comminciandosi a sparare, si spaventarono, et infuriati passarono sopra la seggitta del Sig.re Carlo, e gettandolo in terra, gli spezzarono con una rota del cocchio l'osso della gamba in tre pezzi; onde stà egli a letto, e starà per molti giorni, con grandissimi dolori, ma, come dispersa, senza pericolo della vita. Io quasi ogni giorno vado a visitarlo. Ha pensiero, ricevuta la sanità, di andare Roma per stampare la sua Sicilia, o di mandarla à me, non potendo egli fare viaggio: et alla mia partenza mi darà molte cose rare per la Galleria de V.a Re.a. Ho scritto al Sig.re Scafiti, et aspetto la risposta. La spesa del mio viaggio sarà moderatissima, e spero di haverla ò tutta, ò in parte dall'amici. V.a Re.a interima preghi il Sig.re, prosperi il viaggio. Palermo 18. d'Agosto 1652.
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Di V.a Re.a
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Molto <abbr>R.'"`UNIQ--hi-00000001-QINU`"'</abbr> <abbr>P.</abbr> in <abbr>Chr.o</abbr>

P. C.

Quasi nell'istesso tempo ho havuto il desiderato avviso dal Nostro Padre,
e da V.a R.a, e dal nostro P. Prov.le, e P. Rettore di questo
Collegio, che alla rinfrescata vada a Roma, per essere Compagno
di V.a R.a; il che farò con gusto mio indicibile, per potere servire
ad un tanto grande successo, et imparare da lui. L'inclusa
ho consegnato al Sig.re D. Carlo XX miglia, il quale l'ha rice-
vuto con sentimento di allegrezza particolare, e mi l'ha mo-
strato, e letto. La sua andata a Roma è stata impedita da uno
tristissimo avvenimento, et è il seguente. Alli 4 di Agosto stava
egli in una seggetta avanti della sua casa, per vedere
gioco di foco che per ordine suo si doveva fare avanti
la Casa in honore della B. V. Maria ad Nives; stava in mezzo
di molta gente un cocchio di due mule, le quali commin-
ciandosi a sparare, si spaventarono, et infuriate passarono
sopra la seggetta del Sig.re Carlo, e gittandolo in terra, gli
spezzarono con una rota del cocchio l'osso della gamba in tre
pezzi; onde stà egli a letto, e starà per molti giorni, con
grandissimi dolori, ma, come dispersa, senza pericolo della vita.
Io quasi ogni giorno vado a visitarlo. Ha pensiero, rice-
vuta la sanità, di andare à Roma per stampare la sua Si-
cilia, o di mandarla à me, non potendo egli fare viaggio:
et alla mia partenza mi darà molte cose rare per la Galleria
de V.a Re.a. Ho scritto al Sig.re Scafiti, et aspetto la risposta. La
spesa del mio viaggio sarà moderatissima, e spero di haverla
ò tutta, ò in parte dall'amici. V.a Re.a interima preghi il Sig.re,
che prosperi il viaggio. Palermo 18. d'Agosto 1652.


Di V.a Re.a

Servo indegno in Chr.o

Gaspare Schott